L’Asl risparmia sul personale e riduce il passivo

Si assottiglia anche il debito con i fornitori rispetto al 2011 Il manager accusa la politica: «Più fondi per Salerno»

Sono diminuiti i debiti nei confronti dei fornitori. Si è assottigliata la spesa deputata al personale, il plafond per gli interessi passivi sulle immobilizzazioni ed anche quello legato alle cause che potrebbero essere perse (e dunque risarcite). Ma la produzione è calata (con un mancato introito dai ticket di oltre un milione di euro) e l’Azienda sanitaria locale chiude il proprio bilancio 2012 con un passivo di circa 19 milioni di euro. Il segno meno, sottolinea il manager Antonio Squillante, poteva essere evitato, con una marcia in più che ci si sarebbe attesi dalla politica. «E’ noto che l’Azienda è stata penalizzata da una riduzione di fondi di diciannove milioni di euro, che coincidono con la perdita di esercizio. Se non avessimo avuto questi tagli, saremmo arrivati al pareggio. A questo punto è d’obbligo una riflessione. Se tutti quei canterini che si lamentano di continuo del fatto che noi non tuteliamo il territorio, nel concreto, quand’era il momento di lottare nelle sedi opportune per l’attribuzione delle risorse, l’avessero fatto spendendosi in prima persona, forse a quest’ora i dati sarebbero stati diversi e per il 2013 si poteva fare un altro ragionamento. Invece sarà un altro anno in cui saremo costretti a tirare la cinghia». Ma Squillante non perde la fiducia, anche perchè, rispetto al 2011 ha ridotto la situazione debitoria che l’Asl si è ritrovata sul groppone di oltre 163 milioni di euro, che poco non è. Il conto economico, come dicevamo, si chiude con un risultato di esercizio di meno 19.531 milioni, meno della metà del consuntivo 2011 (pari a meno 39 milioni). Cala il valore della produzione (-19.810), in picchiata anche i suoi costi (-30 milioni) che puntano sull’acquisto di beni (più 21 milioni investiti prevalentemente in attrezzature) mentre diminuisce l’acquisto di servizi (di oltre 15 milioni). Una voce significativa è quella delle spese del personale: rispetto al 2011 l’Azienda ha risparmiato oltre 16 milioni di euro, 12 dei quali sulla pelle del personale sanitario. Un’economia che non piace troppo al diggì: «Non possiamo tagliare più nulla. E’ arrivato il momento di investire in risorse umane, altrimenti il rischio è che nei prossimi anni non potremo più garantire l’assistenza perchè il personale è usurato. Anche su questo dovrebbe intervenire la politica, agendo a livello nazionale per consentire alla Regione di sbloccare il turn over. Abbiamo chiesto la possibilità di incrementare la nostra dotazione organica di 45 unità, ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta». Un risultato decisamente positivo il manager lo incassa sul fronte dei debiti: il 2012 si chiude con uno scarto rispetto all’anno precedente di oltre 711 milioni di euro. I conti sono in rosso per 922 milioni dei quali 17 nei confronti della Regione e 850 verso i fornitori (583.000.000 ante 2010 con una riduzione di 163 milioni rispetto al 2011 e 263 di parte corrente cioè debiti 2012 non ancora pagati). La voce più pesante è quella che riguarda i privati accreditati e convenzionati (361 milioni); seguiti da laboratori analisi e strutture radiologiche (154 milioni). Poi le farmacie (76 milioni), le case di cura (74), i centri di riabilitazione (53). Ed è questa, inutile, dirlo, l’ansia principale di Squillante, che confida nel decreto 35 per riuscire a saldare i conti entro il 2014, «ma sempre che arrivino le risorse». Un altro dato su cui lavorare potrebbe essere quello dei ticket: il tracollo è dovuto alle mobilità passive? Il direttore lo esclude: il numero degli esentati è cresciuto. E purtroppo anche quello delle prestazioni che paradossalmente costano di meno mettendo mano al portafogli.

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