L’arte, le bufale e i filari nella vigna biodinamica

Sull’Aglianico Gillo le etichette di Dorfles. Al Vinitaly debutta Joy

di Barbara Cangiano

Più che un’azienda è un laboratorio a cielo aperto, dove in vigna cresce l’arte e dal rispetto della natura (per tutte le coltivazioni si adottano processi biologici con preparati biodinamici) si parte per costruire, mattone dopo mattone, sfide coraggiose. Lo spumante da Aglianico con metodo classico rosè Joy è già realtà e, dopo un affinamento di ventiquattro mesi in bottiglia, avrà il suo debutto al Vinitaly. Il futuro riserva una linea di vini eolici e senza solfiti, anche se il presente, con otto prodotti di primissimo piano e 110mila bottiglie l’anno, è già la riprova che quell’avventura nata del 2007 per rendere omaggio alla tradizione di famiglia, è oggi una realtà consolidata e capace di sedurre perfino i mercati internazionali, dagli Usa al Giappone. San Salvatore 19-88 è una beauty farm per Fiano, Greco ed Aglianico, i cui grappoli crescono in due diverse location: una parte a Stio, nel cuore del Parco del Cilento, l’altra a Giungano, dove i vigneti godono della vista privilegiata di Capri. La scelta del nome dato ai terreni acquistati nel 2003 non è casuale: Giuseppe Pagano (nella foto con il critico d’arte Gillo Dorfles) ha voluto dedicare la tenuta a suo padre e a suo figlio, mentre 19 ed 88 sono i suoi numeri fortunati. A dare man forte alla Dea bendata, ci hanno pensato l’enologo Riccardo Cotarella ed il responsabile tecnico Alessandro Leoni, che in pochissimi anni hanno lanciato San Salvatore tra fiere e wine tour. La spinta imprenditoriale è invece figlia di Pagano, titolare degli alberghi Savoy ed Esplanade di Paestum. Dalla combinazione alchemica di idee e passioni sono nati vini che anche nella denominazione rendono omaggio al territorio: Trentenare è la versione in dialetto cilentano di Trentinara, Jungano richiama invece la vigna “marina” di Giungano, Calpazio si ispira alle “dolomiti pestane”, solo per citarne alcuni. Ognuno ha una storia e delle caratteristiche uniche: «Trentenare è un Fiano in purezza, potremmo definirlo un Fiano di mare sapido e salmastro - spiega Leoni - Pian di Stio, invece, è per certi versi un Fiano trentino dalle note floreali conferitegli dal fatto che nasce in una zona dove ci sono fortissime escursioni termiche. E’ biologico come il Calpazio, un Greco dalle note di frutta a polpa gialla, un vino complesso che si presta all’invecchiamento». Per l’aperitivo c’è il rosato Vetere, mentre tra i rossi il cavallo di battaglia è l’Aglianico Jungano. Il Cru, però, è Gillo: realizzato da una resa bassissima (40 quintali per ettaro), vinifica in acciaio a temperatura controllata, invecchia due anni in barrique nuove di rovere francese e riposa otto mesi in bottiglia. Nel nome custodisce una amicizia importante, fatta di amore per il vino e per l’arte: quella tra Pagano ed il critico d’arte Dorfles che ogni estate, dall’età di novantacinque anni (oggi ne ha centodue) in treno raggiunge Paestum e, ospite del Savoy, coniuga il relax alla ricerca della vis creativa che animò i maestri dell’antica Magna Grecia. La sua famiglia, in Istria, produceva vino e come Pagano ha deciso di ripercorrere le tracce paterne, prestando l’esperienza nella ristorazione alla viticoltura, così Dorfles ha voluto offrire al nettare degli dei la sua matita. Il risultato sono dodici etichette che fino al 2021 caratterizzeranno le bottiglie prodotte in serie limitate. «E’ il nostro vino di punta, quello su cui l’azienda punta per raggiungere i mercati più complessi», spiega Leoni. Ma è anche quello più ambito dai collezionisti, che anno dopo anno “lottano” per non lasciarsi sfuggire la nuova etichetta. Per San Salvatore la comunicazione visiva non è un optional, ma una filosofia precisa: rigirando tra le mani una qualsiasi bottiglia dell’azienda, non si può non rimanere colpiti dal “logo” della tenuta. Un bufalo stilizzato a cui fa eco un motto: «Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me». Non è uno scherzo: tra i filari, le bufale ci sono davvero. Pagano ne ha 450 e le loro lettiere sono il miglior concime biodinamico...

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