L’arresto di Aliberti al Riesame

Attesa per eventuali nuove dichiarazioni in aula di Alfonso Loreto

SCAFATI. Arresto del sindaco Pasquale Aliberti: accusa e difesa davanti ai giudici del tribunale del Riesame. Stamattina sarà esaminato l’appello del sostituto procuratore Vincenzo Montemurro nei confronti del primo cittadino di Scafati, del fratello, Nello Maurizio Aliberti, di Gennaro Ridosso, figlio del boss Romolo Ridosso, e di Luigi Ridosso, figlio del defunto Salvatore. Nessun appello per l’altro indagato nel filone d’inchiesta per scambio di voto politico mafioso, il pentito Alfonso Loreto, per il quale il pubblico ministero non aveva chiesto l’arresto.

Uno scontro durissimo quello che si prospetta dinanzi al Riesame e non è escluso che la Procura depositi nuovi atti di indagine acquisiti in questi mesi dagli inquirenti della Dia di Salerno e dei carabinieri del comando provinciale.

L’attesa è anche per ulteriori dichiarazioni di Alfonso Loreto, ma anche di altri testimoni e indagati sentiti dagli investigatori e che avvalorerebbero la tesi della Procura secondo la quale l’elezione del sindaco Aliberti, nel 2013, e quella della moglie, Monica Paolino, a consigliere regionale, sarebbe avvenuta anche grazie ai voti del clan Loreto-Ridosso. Non è escluso che nel processo entrino anche le dichiarazioni di altri esponenti del clan che recentemente hanno pubblicamente annunciato di voler parlare, come Romolo Ridosso, uno dei capi dell’organizzazione arrestato per effetto di una decisione della Cassazione. In ogni caso, la difesa potrebbe chiedere un rinvio per visionare le nuove fonti di prova che il pm ha la facoltà di depositare.

Secondo l’accusa i quattro che rischiano l’arresto “stipulavano un patto di scambio politico-elettorale in forza del quale l’organizzazione criminale Ridosso-Loreto si adoperava per il procacciamento di voti nei confronti di Aliberti Pasqualino, il quale prometteva e si impegnava a fronte dello svolgimento di campagna elettorale a suo favore per le comunali del 2013 e le regionali dell’anno 2015 (per la candidatura della moglie), la concessione di appalti pubblici a società controllate dal sodalizio”. Dalle indagini condotte fino ad oggi è emerso che il gruppo criminale ha partecipato con una sua lista alle amministrative del 2013, sponsorizzando la candidatura di Roberto Barchiesi, attuale consigliere comunale. Il nome di Barchiesi, secondo quanto raccontano i pentiti, emerse dopo che il sindaco Aliberti chiese ad Andrea Ridosso, fratello di Luigi e figlio di Salvatore – ucciso dalla camorra – di non esporsi in prima persona.

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