L’appello di Moretti «Fermate l’invasione di centri scommesse»

La campagna della Diocesi contro il dilagare dell’azzardo L’arcivescovo chiede maggiore impegno agli enti locali

«Viviamo in un tempo contraddittorio. Si fa di tutto per sostenere i valori ma al tempo stesso si operano scelte che li demoliscono». Monsignor Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno – intervenuto ieri mattina alla conferenza di presentazione della campagna diocesana “Torniamo a giocare” sui rischi del gioco d’azzardo – lancia un monito alle istituzioni. Soprattutto a quelle locali affinché contengano con tutti i mezzi a loro disposizione il proliferarsi delle sale da gioco, la cui capillare presenza sta creando nuove dipendenze soprattutto fra i più giovani. Una «più vera assunzione di responsabilità» da parte degli enti preposti al governo della città e delle sue attività commerciali è ciò a cui fa appello l’arcivescovo che ha più volte sottolineato come sia eticamente sbagliato favorire la nascita di attività «dannose alla libertà dell’individuo» solo in virtù di un eventuale profitto che da esse può essere tratto.

«C’è una legislazione che sta tentando di favorire i centri scommesse o le sale slot – ha sottolineato Antonio Memoli, responsabile della rete interdiocesana “Nuovi stili di vita” – e ciò non fa altro che innescare nelle persone un desiderio di tentare la sorte con il gioco sperando nella tanto agognata botta di fortuna che possa dare una svolta alla propria vita. In questo modo si annulla il valore del sacrificio, dell’impegno, del lavoro in favore di una visione illusoria della vita. Perché tanto il banco vince sempre e giocare significa perdere, inevitabilmente».

Presenti ieri mattina nel salone conferenze della Caritas in via Bastioni diversi esponenti delle associazioni che in città si preoccupano della presa in carico dei dipendenti dal gioco d’azzardo, primo fra tutti Aniello Baselice, del gruppo “Logos”, il quale si è unito all’appello dell’arcivescovo affinché chi può ostacoli l’apertura di nuovi centri scommesse, soprattutto vicino ai luoghi frequentati dai minori per non incentivare l’abitudine al gioco. «Ci aspettiamo – ha concluso Moretti – che l’impegno della Chiesa trovi lungo questa strada molti compagni di viaggio».

Fiorella Loffredo

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