capaccio

L’amministrazione rivuole il convento di Sant’Antonio

CAPACCIO. L’ex convento di San Antonio non adempie più alla sua funzione originaria che portò nel 1935 il Comune a cedere gratuitamente ai frati Minori l’immobile, la chiesa e l’annesso giardino....

CAPACCIO. L’ex convento di San Antonio non adempie più alla sua funzione originaria che portò nel 1935 il Comune a cedere gratuitamente ai frati Minori l’immobile, la chiesa e l’annesso giardino. Allo stato è stato trasformato in una struttura ricettiva. Per questo l’amministrazione guidata dal sindaco Italo Voza ha deciso di avviare le procedure per la ricognizione documentale, legislativa e giuridica concernente l’ex convento: si tratta di un passaggio preliminare in vista delle valutazioni sulle iniziative da adottare per la salvaguardia degli interessi del Comune e della popolazione. L’obiettivo è quello di verificare l’ipotesi di riacquisizione dell’immobile al patrimonio dell’ente. A tale scopo è stato conferito mandato ai dirigenti comunali di andare a spulciare tra i documenti, anche del passato, che regolano i rapporti tra i religiosi e l’amministrazione.

Recentemente i frati Minori hanno diffidato il Comune all’utilizzo dei locali, che ospitano il museo “Paestum nei percorsi del Gran tour” allestito dalla Fondazione “Vico”, per lo svolgimento delle sedute del consiglio comunale. Nel contempo è stata revocata la concessione alla Fondazione “Vico” con la richiesta di restituzione dei locali.

L’immobile era stato ceduto gratuitamente dal Comune di Capaccio ai frati “per il ripristino della comunità religiosa francescana, per stare a contatto con i sacerdoti votati alla disciplina all’ordine, e per trovare in essi dei maestri pronti per l’insegnamento privato”, come si legge nel verbale di deliberazione del Potestà del 1933. Nel corso degli ultimi decenni, col progressivo venir meno della presenza dei frati, la funzione conventuale è stata abbandonata – lo evidenzia il deliberato della giunta comunale – comportando, di fatto, il decadere delle originarie finalità giustificative poste a condizione della decisione di cedere gratuitamente l’immobile. Tanto che nel maggio del 2009, il convento ottenne un permesso a costruire con il quale veniva autorizzato al cambio di destinazione d’uso con la trasformazione in una struttura ricettiva extralberghiera. L’anno successivo, la proprietà ha ricevuto l’autorizzazione all’esercizio di tale attività come “Casa religiosa di ospitalità”.

«Cercheremo di capire – afferma il vicesindaco Nicola Ragni – come sia possibile che un bene vincolato possa essere destinato ad attività ricettiva e di pubblica ristorazione, come accadrebbe per lo storico convento di Sant’Antonio. Venuta meno la finalità originaria della cessione gratuita fatta dal Comune, appare doveroso da parte dell’amministrazione intraprendere ogni azionefinalizzata a rientrare in possesso del bene ».

Angela Sabetta

©RIPRODUZIONE RISERVATA