Fisciano

L'aggressore del parroco di Penta ora chiede lo “sconto”

Sarà giudicato con rito abbreviato il prossimo ventuno giugno il rapinatore albanese Jakimi Ardit

FISCIANO. Sarà giudicato con rito abbreviato il prossimo ventuno giugno il rapinatore albanese Jakimi Ardit, venticinquenne sotto accusa per il pestaggio a scopo di rapina eseguito ai danni del parroco di Penta di Fisciano, don Antonio Pisani (foto): il fatto avvenne nel dicembre 2015 quando il malvivente, condannato per un episodio analogo in concorso con un altro complice, entrò in azione seminando il terrore nella canonica. Il modus del colpo era quello riscontrato in altri casi già ricostruiti che coinvolgevano il bandito tra l’area napoletana e l’Agro nocerino.
Il sacerdote venne aggredito e malmenato, legato con un nastro adesivo ad una sedia per essere messo in condizioni di non nuocere, col raid completato nel bagno della sacrestia, dove il prete rimase chiuso al termine del colpo. L’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno individuarono il malfattore lavorando con strumenti tecnici e verifiche investigative, ascoltando i testimoni per poi notificargli un’ordinanza di arresto.
L’arancia meccanica scattò la sera del 19 dicembre 2015, quando il sacerdote venne sorpreso dai due rapinatori incappucciati e armati subito dopo essere uscito dalla canonica della chiesa: l’uomo era lì per rimettere in funzione l’impianto di riscaldamento, ma fu sorpreso dall’arrivo dei banditi e travolto dai colpi. Una volta pestato, fu minacciato da due uomini con una pistola e un cacciavite, per rivelare dove custodiva il denaro della chiesa. Dopo aver completato il saccheggio, con i soldi in tasca, i due banditi assicurarono il prelato nel bagno della sacrestia, facendo razzia di ogni oggetto o bene utile al bottino.
Alfonso T. Guerritore
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