TRAGEDIA IN CARCERE

Johnny, giallo sul video del colloquio

L’avvocato del rapper: «Ho chiesto le immagini dell’ultimo incontro ma sarebbero state cancellate». Domani i funerali

SALERNO/SCAFATI - «Ho chiesto di acquisire agli atti i video del colloquio in carcere tenuto da me e da Johnny lo scorso 21 luglio in cui manifestò la sua situazione di difficoltà, anche con gesti violenti. Ma quelle immagini non ci sarebbero più: mi hanno detto che sono state sovrascritte». È la denuncia che arriva dall’avvocato Roberto Acanfora , il legale di Johnny Cirillo , il giovane di 23 anni di Scafati che si è tolto la vita domenica mattina in una cella del padiglione di media sorveglianza del carcere di Salerno. Una morte su cui vuol far chiarezza la Procura di Salerno che ha aperto un’inchiesta contro ignoti con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Ieri pomeriggio è stato effettuata l’autopsia sul corpo del rapper che si è tolto la vita domenica mattina in cella dove erano ristretti anche altri tre detenuti: l’esame irripetibile effettuato dal medico legale Sandra Cornetta è durato più di quattro ore e ha confermato la morte per asfissia del giovane scafatese, causata dal tessuto che si è stretto intorno al collo nel gesto estremo

. La specialista incaricata dalla Procura - affiancata da un altro medico per gli esami tossicologici e da due consulenti di parte - ha appurato anche la presenza di numerosi tagli sui polsi del giovane, più di venti, segni di un precedente tentativo autolesionistico di Cirillo. I risultati degli esami istologici arriveranno non prima di 90 giorni: le analisi potranno dare maggiori elementi utili anche a chiarire i tempi dei soccorsi, questione su cui ha puntato il dito Acanfora. «Il decesso di Johnny è avvenuto circa un’ora e mezza dopo il suo gesto», ha spiegato l’avvocato. Resta, dunque, il rammarico per una morte che, secondo molti, era evitabile.

Proprio su questo punto batte molto la difesa: «Il rammarico è enorme, Johnny doveva essere trasferito nell’area di alta sorveglianza dove non poteva farsi del male. La sua condizione era nota a tutti all’interno del carcere di Salerno». E, invece, Cirillo ha trascorso le sue ultime ore di vita in una cella del padiglione di media sorveglianza, insieme ad altri tre detenuti. Una vicenda su cui proverà a mettere un punto la Procura di Salerno: il sostituto procuratore titolare delle indagini, Carlo Rinaldi , ha ascoltato numerose persone informate sui fatti, anche i compagni di cella di Johnny, per avere un quadro chiaro della situazione. La difesa, contemporaneamente, ha chiesto l’acquisizione di tutte le immagini registrate dalle telecamere all’interno della casa circondariale di via del Tonnazzo. C’è, però, un punto interrogativo mostrato da Acanfora: secondo quanto riferito dal legale della famiglia Cirillo, i frame del colloquio avuto in carcere dall’avvocato con il 23enne noto anche per la sua attività musicale non sarebbero disponibili.

L’avvocato di Johnny, nelle settimane precedenti al fatto, aveva presentato una richiesta di trasferimento in una comunità o in un centro di recupero per il suo assistito visto il suo malessere mostrato nel corso della detenzione in carcere. In attesa degli sviluppi investigativi, adesso ci sarà spazio soltanto per il dolore: domani, alle ore 19, presso la parrocchia di San Francesco da Paola, il parroco don Peppino De Luca celebrerà il rito funebre in cui la città di Scafati, nel rispetto delle norme anti- contagio, vorrà dare l’ultimo saluto a un suo figlio tragicamente scomparso.