Jessica è morta per il veleno e il fumo

L’autopsia ha confermato la dinamica di quanto è accaduto nell’appartamento ma la salma non è stata ancora liberata

BOLOGNA. Lesioni interne da ingestione caustica e soffocamento da fumi. È questa la prima ipotesi del medico legale Sveva Borin, maturata a seguito dell’autopsia effettuata ieri sul corpo della giovane agropolese, Jessica Scotti, morta suicida martedì sera nell’incendio della sua abitazione di via Trauzzi, al Pilastro, nella periferia di Bologna. La salma al momento non risulta ancora liberata, può darsi che questo avvenga nella mattinata di oggi qualora il pm Beatrice Ronchi, ritenga sufficienti gli elementi emersi dall’esame autoptico, per poter chiudere il caso.

Il responso del medico legale va a confermare quanto era emerso durante i rilievi effettuati dalla polizia scientifica nell'abitazione. La ragazza, venticinquenne, ha bevuto della candeggina per stordirsi per poi cospargersi di benzina e darsi fuoco. Un gesto premeditato a giudicare dal fatto che accanto al corpo senza vita della giovane è stato trovato un biglietto con su scritto: “Perdono a chi mi sta vicino per il dolore che arrecherò”. Una tragedia che sembra annunciata sebbene parenti e amici, ancora sotto shock, parlino di una ragazza tranquilla che non aveva mai manifestato alcun problema di depressione. Increduli anche i vicini che descrivono Jessica come una ragazza dolce, favolosa ed affabile.

Martedì poco dopo le 20,30, i vicini hanno visto il fumo e le fiamme che uscivano dalla finestra dell’abitazione in cui viveva la ragazza e hanno dato l’allarme. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco, la polizia e la scientifica. Inoltre il pm di turno Beatrice Ronchi, il procuratore aggiunto Valter Giovannini, il medico legale Sveva Borin. Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, alcuni dei vicini avrebbero visto la ragazza, che di solito vedevano portare a spasso il cane, la sera stessa della tragedia, mentre rientrava in casa con una tanica. Molto probabilmente riempita della benzina che si è gettata addosso prima di darsi fuoco con un accendino. Sia la tanica che l’accendino, marca Bic, poi sono stati poi ritrovati accanto al corpo della venticinquenne.

La ragazza viveva in via Trauzzi da quasi otto anni, ma da circa quattro abitava sola in quell’appartamento, perché la madre, con la quale conviveva in un primo momento, si era trasferita in Svizzera, per lavoro. Frequentava la facoltà di scienze infermieristiche presso l’università di Bologna.

Ora si attendono le decisioni del pm sulla salma: quando ne verrà concesso il rientro ad agropoli verrà anche stabilita la data dei funerali.

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