Iuzzolino: «Fatemi andare dai miei animali»

Dal giudice il pastore di San Gregorio Magno arrestato per omicidio: «È stato un attimo, non volevo»

SAN GREGORIO MAGNO. «È stato un attimo, la rabbia mi ha accecato. Ma Nicola non volevo ucciderlo». Giacomo Iuzzolino parla davanti al giudice delle indagini preliminari Elisabetta Boccassini, che lo ha messo agli arresti domiciliari per l’omicidio di Nicola Lordi che lo scorso aprile fu colpito a bastonate e a fine giugno è deceduto all’ospedale di Salerno. Iuzzolino, 33 anni, ha ricostruito i momenti del litigio, gli attriti che si susseguivano da quasi due anni, infine la scelta istintiva di afferrare il bastone utilizzato per il pascolo e colpire il 63enne. Era il 25 aprile, in località Barduso di San Gregorio Magno dove entrambi i pastori avevano portato i loro animali e dove da tempo si contendevano un pezzo di terra. Iuzzolino fu subito indagato per il reato di lesioni gravissime, riqualificato in omicidio preterintenzionale dopo la morte di Lordi. L’arresto è arrivato la scorsa settimana e ieri, assistito dall’avvocato Giovanni Sofia, ha chiesto al giudice di essere almeno autorizzato ad accudire i suoi animali: «Senza di me sono abbandonati, i miei genitori non sono in condizione di curarli e chissà che fine faranno. Sono la mia unica fonte di sussistenza, io non ho altro».

In zona è uno dei pochissimi giovani che hanno deciso di dedicarsi alla pastorizia, Aveva sei anni quando è salito sui monti per la prima volta, e da allora non ha mai smesso. Ha seguito le orme del padre e del nonno, portando avanti una tradizione di famiglia che apparteneva anche a Nicola Lordi, con il quale c’era un legame di parentela. Con lui, rientrato in paese dopo alcuni anni trascorsi al Nord a lavorare come carpentiere, i rapporti si erano però fatti tesi. «Veniva a portare i suoi buoi nello stesso terreno dove andavo io – ha spiegato Iuzzolino al gip – io glielo avevo detto di andare in un altro posto, perché con la presenza della sua mandria i miei animali si disperdevano e ogni volta dovevo andare in giro a cercarli. Ma lui non voleva sentire ragioni». Fino al 25 aprile, quando secondo la sua ricostruzione Lordi lo avrebbe affrontato con un atteggiamento minaccioso: «Non ci ho visto più. È stato un momento, ho preso il bastone e l’ho colpito. Due o tre volte, non ricordo. Ora sono pentito, non pensavo che morisse».

Il gip deciderà entro fine settimana sulla sua richiesta di permessi giornalieri. (c.d.m.)

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