Italo Voza e Palumbo divisi da soli 41 voti Corsa sul filo di lana 

A Capaccio Paestum si chiude con querele e accuse reciproche Nessun apparentamento, ma solo dichiarazioni di sostegno 

CAPACCIO PAESTUM. Una sfida sul filo di lana tra i candidati sindaco Italo Voza e Franco Palumbo che, oggi, combatteranno all’ultimo voto per diventare la futura guida della Città dei Templi. A separarli appena 41 preferenze: Voza al primo turno ha ottenuto 4.074 (30.26%); Palumbo 4.033 voti ( 29,95%). E in una campagna elettorale fatta di veleni, polemiche, attacchi sui social e comizi al vetriolo, che hanno visto coinvolti non soltanto i candidati sindaco, ma anche gli aspiranti consiglieri eletti e i componenti delle coalizioni. Nessuna alleanza ufficiale per nessuno dei due candidati sindaco. Le coalizioni perdenti hanno scelto per il voto libero.
L’appello di Palumbo. «Questa comunità ha la necessità di rompere con il passato, di tirarsi fuori dalle paludi - aveva affermato Palumbo - in cui era stata trascinata. Perché non si può consentire più che i nostri figli debbano scappare all’estero per sentirsi realizzati, perché un bene essenziale come l’acqua non debba essere più un lusso per i cittadini di Capaccio capoluogo, perché la fascia costiera e la pineta non siano più luoghi di degrado ma di sviluppo turistico, perché le saracinesche delle attività commerciali ritornino ad alzarsi. Potrei continuare all’infinito, se penso all’immobilismo con cui questo territorio è stato amministrato per cinque anni. Non sarà una passeggiata, ma dalla nostra parte abbiamo una squadra, fatta di giovani e non, professionisti, imprenditori, persone della società civile, più semplicemente uomini e donne che hanno sposato un progetto. La nostra missione sarà solamente una: #FareBene. Lo faremo con onestà e competenza, liberi dai condizionamenti. C’è bisogno di guardare al futuro con ottimismo e fiducia, c’è bisogno di gente capace. Ora, tocca a voi, perché il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale. Perché, come diceva Borsellino, quella matita è più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello. Abbiate fiducia del vostro intuito. Riprendiamoci il futuro».
L’appello di Voza. «Sono fiero di aver realizzato importanti infrastrutture - aveva detto Voza - la rete del metano, la piscina comunale, il campo sportivo, il completamento della rete fognaria, il potenziamento del depuratore. Abbiamo ottenuto oltre 100 milioni di euro di finanziamento destinati a progettualità che potranno cambiare il volto della città. Il mio è stato un lavoro quotidiano ed attento, che scaturisce da un sentimento di grande affezione per la mia città che nel 2022 immagino diventare una città smart, digitale ed ecosostenibile. Voglio continuare ad essere garante di trasparenza e di stabilità. La mia azione politica non sarà condizionata da nessuno, e punterà al miglioramento della qualità della vita e della sicurezza a Capaccio Paestum. Ai cittadini chiedo di scegliere chi come me crede fermamente che Capaccio Paestum è più di un Comune da amministrare: è un’identità, è senso di apparenza, è un territorio da salvaguardare».
Manifesti e querele. Ad animare questa campagna elettorale anche manifesti anonimi offensivi nei confronti di Palumbo. Il candidato sindaco ha presentato formale denuncia, annunciando che gli eventuali risarcimenti saranno utilizzati per le persone bisognose. La coalizione di Voza ha preso subito le distanze da quei manifesti, presentando una denuncia presso la stazione dei carabinieri di Capaccio Scalo, «contro chi in queste ultime ore avvelena il clima della competizione elettorale». La coalizione si dichiara «completamente estranea all’affissione di alcuni manifesti diffamatori che si riferivano agli avversari politici e ad imprenditori locali». Dura la posizione di Palumbo: «Non sono sufficienti le scuse del collega candidato Italo Voza e le prese di distanza dagli ultimi avvenimenti. L’impegno solenne che assumo davanti al popolo, in caso di vittoria, è quello di continuare a coinvolgere, anche nella formazione della giunta, persone che non abbiano nulla a che fare con la criminalità e con un certificato penale immacolato come quello del sottoscritto».
Angela Sabetta
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