al “ruggi” di salerno

Ispezione a Infettivi È scontro aperto tra Lenzi e primario

SALERNO. Un’ispezione alle 18.30 di sabato, per verificare che nel reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera tutto fosse al proprio posto. A partire dai pazienti. L’ha disposta, a...

SALERNO. Un’ispezione alle 18.30 di sabato, per verificare che nel reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera tutto fosse al proprio posto. A partire dai pazienti. L’ha disposta, a sorpresa, il direttore generale Elvira Lenzi, che ieri pomeriggio ha spedito tre dirigenti nella divisione timonata da Maurizio Mazzeo per un controllo che sembra essere inequivocabilmente legato al decesso del clochard 42enne, morto su una barella di fortuna del Pronto soccorso, nella giornata di martedì, dopo 24 ore di inutile attesa per un ricovero. Negato, per assenza di posti letto, in tutti gli ospedali della regione Campania che erano attrezzati per gestire la sua delicatissima patologia. Il senza tetto era infatti affetto da tempo da Hiv e si era presentato al Pronto soccorso del “Ruggi” (dove è stato medicato e tenuto sotto stretta osservazione) con febbre ed un grave stato di disidratazione. La sua morte non ha fatto gridare allo scandalo solo l’opinione pubblica, portando sul banco degli imputati le scelte di una politica che, su base regionale, ha tagliato il due per cento dei già risicati posti letto e producendo un’inchiesta giudiziaria che ha già portato all’emissione di tre avvisi di garanzia per altrettanti camici bianchi, ma ha scatenato pure un fuoco incrociato tra il manager dell’Azienda ed il primario. Per la prima, il reparto godrebbe di buona salute, con un “pacchetto” di venticinque infermieri e tredici dirigenti medici. E se i posti letto sono scesi da 42 a 16 - ha messo nero su bianco Elvira Lenzi - la “colpa” è del suo predecessore, Attilio Bianchi, che effettuò il taglio in previsione dei lavori di ristrutturazione di un secondo piano dove non si è mossa foglia in quasi tre anni. Nell’ultimo anno di sua gestione, attacca però Mazzeo, non ha messo mano al restyling neppure il nuovo diggì, al quale pure il primario ha indirizzato numerose lettere chiedendo di riaprire la struttura anche dopo una banale tinteggiata, in modo da poter riuscire a fronteggiare la sempre maggiore richiesta di pazienti. Uno scontro al vetriolo, culminato, ieri pomeriggio, con l’ispezione a sorpresa nel reparto del dirigente medico che, senza peli sulla lingua, ha accusato il manager di immobilismo: missive di sollecito per incrementare i posti letto restati lettera morta insieme a note di allarme sulla inadeguatezza della struttura a gestire le ondate influenzali ed anche patologie complesse, afferenti a pazienti che, come nel caso del 42enne deceduto, necessitavano non solo di un ricovero urgente, ma anche in regime di isolamento. E sempre ieri, in un batter d’occhio, ha ripreso a funzionare l’ascensore che era bloccato da oltre nove mesi. Precipitò mentre un infermiere trasportava un paziente allettato e per la durata di un parto, non è mai stato riattivato. Fino a ieri mattina, dopo le ennesime denunce dei medici del reparto.

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