Salerno

Ispettori del lavoro. Protesta in piazza 

Presidio in piazza Amendola contro le sperequazioni: «Istituita l’agenzia unica ma gli stipendi restano diversi»

SALERNO. Si terrà questa mattina la protesta degli ispettori del lavoro che denunciano disparità di trattamento rispetto ai loro colleghi dell’Inps e dell’Inail nonostante da ben due anni sia entrata in vigore la riforma che prevede l’istituzione dell’agenzia unica. I dipendenti con i loro rappresentanti sindacali si ritroveranno a partire dalle 10 davanti alla Prefettura di Salerno per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo. «Si tratta di una protesta a livello nazionale – ha spiegato Raffaella Rocco, responsabile coordinatrice territoriale della Flp per l’Ispettorato del lavoro – Questa forma di rivendicazione prevede una serie di azioni che sono iniziate lo scorso 26 ottobre con dei presidi a Roma davanti ai ministeri del Lavoro e delle Finanze».
Numerosi i problemi rivendicati. A cominciare dal fatto che da due anni sono stati bloccati i fondi di produttività e che ci sono stati degli errori di rendicontazione per cui si chiede ai lavoratori di restituire dei soldi che, invece, sarebbero stati legittimamente dati. Ma il problema principale è che manca ancora un contratto unico che equipari tutti quelli che lavorano all’interno dell’Agenzia; la figura dell’ispettore unico non è mai decollata perché mai è partita la trattativa presso il ministero. «Ci sono – continua la Rocco – delle sperequazioni perché abbiamo contratti diversi; abbiamo sperequazioni di carattere retributivo perché gli ispettori Inps vengono pagati più del doppio. Ancora, i salari accessori non corrispondono a quelli della normativa. Per non parlare della mancata formazione e delle strutture inadeguate».
L’elenco potrebbe ancora continuare. Gli ispettori del lavoro, ad esempio, non hanno diritto all’indennità di rischio, sono costretti ad anticipare i soldi delle missioni e i rimborsi arrivano nel migliore dei casi dopo sei mesi. «Nonostante la riforma – commenta la Rocco – siamo tornati indietro negli anni con meno diritti e meno tutele». I dipendenti per far capire che non hanno alcuna intenzione di tornare indietro hanno già iniziato il blocco di alcune attività, hanno ritirato i mezzi propri e chiesto l’anticipazione delle spese per le missioni che man mano devono andare a fare. «L’opinione pubblica deve sapere – conclude la Rocco – Siamo consapevoli che quella scelta è una giornata particolare, dato che ci saranno i funerali delle 26 donne morte. Noi rispetteremo il momento ma non potevamo annullare la protesta».
Angela Caso
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