Sala Consilina 

Ispettorato del lavoro in Basilicata Sindacati contro

SALA CONSILINA. Il coordinamento di Salerno del sindacato USB si scaglia contro il provvedimento del capo dell’Ispettorato interregionale del lavoro di Napoli con il quale è stato disposto che l’Ispet...

SALA CONSILINA. Il coordinamento di Salerno del sindacato USB si scaglia contro il provvedimento del capo dell’Ispettorato interregionale del lavoro di Napoli con il quale è stato disposto che l’Ispettorato territoriale del lavoro di Potenza-Matera svolgerà la propria azione di vigilanza anche nei comuni ricadenti nell’ambito di pertinenza di Salerno, quali Sala Consilina, Teggiano, Montesano, San Pietro al Tanagro, Padula, Sassano, Atena Lucana e Monte San Giacomo. L’attività da svolgere riguarderà richieste interventi, attività di iniziativa programmata nei settori autotrasporti, agricoltura e verifiche patronati.
«Il personale ispettivo di Potenza-Matera - si legge in un comunicato stampa dell’organizzazione sindacale - potrà, dunque, svolgere accertamenti ed emanare provvedimenti sanzionatori nei confronti di realtà datoriali situate in provincia di Salerno, quindi fuori provincia e anche fuori regione. Ci chiediamo come sia stato possibile adottare siffatto provvedimento, che comporta una riorganizzazione degli uffici e dei servizi pubblici sui territori interessati e determina importanti riflessi, sia per l’utenza esterna che per il personale degli uffici interessati, senza il necessario coinvolgimento delle forze sociali e persino con rilevanti profili di dubbia legittimità».
L’USB sostiene che sussista una limitazione territoriale alla competenza degli ispettorati territoriali, che coincide con il territorio provinciale e che non può essere modificata dal capo dell’Ispettorato interregionale del sud o da una nota dell’Ispettorato nazionale. Nella parte conclusiva del comunicato il sindacato chiede «il ritiro della disposizione e la trasmissione degli atti preparatori al fine di poter comprendere l’analisi e la adeguata motivazione prima ancora della sua legittimità, atteso la non autosufficienza dell’atto».(e. c.)
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