Isee, cambiano i criteri Per scovare finti poveri più “peso” ai patrimoni

Il valore degli immobili sarà calcolato al netto del mutuo Il nuovo sistema entrerà in vigore dal primo gennaio

Potremmo malignare – guardando ad alcuni cavilli della riforma – che dietro la irreprensibile volontà di perseguire quegli studenti universitari “furbi” che attestavano redditi da fame, ma circolavano in auto fuoriserie, per pagare meno tasse ai loro atenei, si celi la recondita intenzione di attuare una ennesima “stangata”. Già perché la riforma dell’Isee, deliberata recentemente dal Governo ed in vigore dal prossimo anno, non avrà ripercussioni solo per gli studenti universitari, ma praticamente per quasi tutti i proprietari di immobili (salvo che non stiano pagando un mutuo). L’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente: in sostanza un certificato che attesta redditi e proprietà dell’intero nucleo familiare. È attraverso questa attestazione che lo Stato determina la tariffa da pagare per la fruizione di svariati servizi per le famiglie meno abbienti: dalla mensa scolastica all’asilo nido, dai servizi scolastici e universitari a quelli sociosanitari, come l’esenzione ticket, fino alle utenze a tariffe agevolate ed altro ancora. Il nuovo Isee si calcolerà sommando al reddito il 20 per cento del valore del patrimonio (rappresentato dalla somma del valore degli immobili e dei titoli posseduti). L’importo che ne verrà fuori dovrà poi essere rapportato al nucleo familiare, per favorire le famiglie più numerose. Inoltre, non dovrà essere più il cittadino ad autocertificare i propri redditi: lo farà in buona parte l’Inps attraverso la consultazione delle banche dati proprie e dell’Agenzia delle Entrate. Ciò consentirà aggiornamenti in tempo reale in caso, ad esempio, di improvvise interruzioni del rapporto di lavoro o licenziamenti.

Fin qui nessuna novità particolarmente eclatante se non (giustamente) per chi fino ad oggi ha autocertificato il falso. Diverso il discorso – ed è qui che si concentrano le sorprese – per la valutazione del patrimonio immobiliare. Altroconsumo, in un dettagliato vademecum, ha tentato di chiarire le novità: che attengono innanzitutto alla valutazione del patrimonio immobiliare. Sarà valutato (e qui ovviamente la novità tocca tutti) con una maggiorazione del 60 per cento, considerato però al netto dell’eventuale mutuo (nel qual caso, ovviamente, è impossibile predeterminare se la novità è migliorativa o peggiorativa). Di certo chi non ha mutuo, potrebbe col nuovo anno ritrovarsi fuori dalle fasce di reddito che hanno diritto alle agevolazioni, pur a parità di reddito. In caso di immobili in affitto, saranno dedotti 7mila euro forfettari dall’importo totale dei canoni pagati nell’anno.

Novità positive anche per le famiglie con persone disabili, che potranno dedurre dal reddito una franchigia di 5mila euro per le spese sostenute (mediche, di assistenza, cani guida per i ciechi). Novità positiva attiene i figli, finalmente posti (come impone la legge e purché riconosciuti) tutti sullo stesso piano: entreranno tutti nel nucleo familiare anche se non residenti col genitore, e questo ovviamente dovrebbe favorire le situazioni di maggiore disagio.

Le novità entreranno in vigore il prossimo primo gennaio: fino ad allora – quindi ancora per pochi giorni – valgono le vecchie regole.

Remo Ferrara

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