Ironia su bustine dello zucchero Le frasi non piacciono all’Arcigay

L’iniziativa pubblicitaria di un’azienda della provincia di Salerno scatena reazioni e polemiche

Techmania le definisce «freddure», Arcigay e le associazioni di donne campane le definiscono invece «linguaggio violento e maschilista». Già da sole, le due «freddure» basterebbero a spiegare la valanga di critiche piovute sull’azienda che, però, ha arricchito il proprio repertorio «ironico» di altre affermazioni. «Gli uomini - si legge -sono come il bluetooth: sono connessi quando siete vicine, ma cercano altri dispositivi quando siete lontane. Le donne sono come il wi-fi: vedono tutte le reti, ma si connettono con la più forte»; «ieri ho preso un cane per mia moglie. Ah sì? E dove fanno questi scambi?».

Immediata la replica dell’azienda. «Premettendo che il messaggio in questione ha un’evidente finalità ironica - scrive lo staff di Techmania in una nota - e che è stato chiaramente veicolato senza lo scopo di offendere alcuno, ci preme sottolineare che lo stesso rientra in un più vasto repertorio di freddure riportate sulle bustine di zucchero commissionate da Techmania con messaggi ironici anche relativamente agli uomini».

Può una «finalità ironica» giustificare qualunque azione palesemente discriminatoria, perché senza alcuno scopo di «offendere qualcuno»? Per la Techmania, azienda di elettronica, telefonia e informatica con sede a Battipaglia, in provincia di Salerno, la risposta - ufficializzata anche attraverso una nota - la risposta è sì. L’azienda ha scelto di utilizzare come veicolo pubblicitario bustine di zucchero distribuite in tutta la provincia e per farlo ha deciso di affiancare al proprio marchio delle frasi ironiche. Una recita: «La differenza tra una toilette e una donna è che la toilette non ti insegue per nove mesi dopo che l’hai usata». Un’altra: «Che differenza c’è tra una pila e una donna? Che la pila ha almeno un lato positivo».

Un intento, si ribadisce, «assolutamente ironico e per nulla discriminante», tanto da ritenere «del tutto ingiustificate e lesive dell’immagine dell’azienda, le accuse di ’misoginia, utilizzo di linguaggi violenti e maschilisti, espressioni ed atteggiamenti forieri di violenzà che ci vengono mosse».