L'ESPERIMENTO

«Io, vecchio infiltrato tra sentimenti social»

Il nostro reporter provocatore allo “speed date” organizzato all’Ateneo

Né studio né politica, ai tavoli l'imbarazzo di parlare senza chat

SALERNO - “Tre minuti. Solo tre minuti per parlarti di me”. A Giuliano Sangiorgi e ai Negramaro sono bastati 180 secondi per diventare famosi, al sottoscritto un po’ meno. Sì, perché allo “speed date” organizzato dagli studenti dell’Università di Salerno, all’interno della sala mensa, il mio piano di “agente sotto copertura” è miseramente fallito. Il Domenico 26enne al terzo anno – molto fuori corso – a Scienze della Comunicazione è stato un flop. D’altronde i cattivi auspici c’erano tutti, a partire dal numero assegnatomi per iniziare a conoscere le circa 30 ragazze che hanno partecipato all’evento. Il “53” mostrato in bella mostra sul mio petto con tanto di coccarda, infatti, nella Smorfia napoletana rappresenta “il vecchio”. Scherzi del destino? Mica tanto se un 33enne si deve confrontare con ventenni o, in casi estremi, anche con una liceale di 17 anni che è stata gettata nella mischia perché “rea” di aver accompagnato la sorella. Resta la spensieratezza dei 20 anni, quelli di tanti giovani che mercoledì sera mi sono trovato davanti al Campus di Fisciano. Così, tra un cocktail afrodisiaco preparato dagli organizzatori per l’occasione e la pasta al forno trovata a mo’ di sorpresa nel menù della mensa dopo la specifica richiesta degli studenti – vi assicuro che nessuno è rimasto senza cena per i tanti pasti dati anche a chi non aveva il badge universitario – mi sono ritrovato a dialogare con una generazione che l’arte del corteggiamento la sa utilizzare soltanto sui social. Tre minuti più recupero non sono bastati per colpire Lissa, 20enne di Montoro con papà irpino e mamma calabrese. «A casa non si parla dialetto e non si leggono libri che hanno nel titolo la parola Dio», ha detto. Nel contempo «si ascoltano jazz, rock e tanti brani dei Queen». Il mio piano vacilla quando decido di sedermi davanti a Desirée, 20enne fuorisede originaria di Potenza con la voglia di diventare giornalista. «Ma cosa scrivi?», ha domandato mentre cercavo di prendere appunti. Abbozzo una scusa, dandomi dello “smemorato”, e provo a sviare il discorso. Peccato che, nel mentre della discussione con me, lei avesse già deciso di concedere il “match” a un altro ragazzo, palestrato e dalla carnagione scura. Ha l’eleganza di farmi allontanare dal tavolo e con fare deciso chiama la “preda” a sé: «Ehi tu, dopo voglio parlare con te». Chissà come è andata a finire. Le sorprese però non sono finite qui. Adelaide ha 18 anni e nonostante abiti a Castellammare di Stabia ha deciso di prendere casa a poca distanza dal Campus. «Soffro auto e bus, meglio stare qui», ha spiegato dopo la vigorosa stretta di mano. Poi, la doccia fredda. «Sono fidanzata, ma il mio ragazzo lo sa che sono qui. Voglio solo fare amicizia». Era evidente: bastava guardare il foglio del “match” per vedere che fino a quel momento non aveva concesso la possibilità di un dopo serata a nessuno.

Domenico Gramazio