«Io, spacciatore pentito, sogno la laurea»

Parla Marco: «Ho regalato una canna e sono finito nei guai, ora chiedo scusa alla mia famiglia. Perché drogarsi? Fa figo»

Marco (nome di fantasia per tutelare la sua privacy), è uno dei tanti ragazzi salernitani coinvolti nelle inchieste della procura per spaccio di stupefacenti. Da quella esperienza è rimasto segnato. Perché anche se non è finito in carcere, a differenza di altri coetanei, famiglia e amici hanno perso la fiducia. Che lui sta cercando di riconquistare.

Quanti anni hai e cosa fai nella vita?

Ho 21 anni e al momento lavoro part time in un ristorante. Aspetto di poter sostenere i test d’accesso all’Università perché per una serie di circostanze lo scorso settembre non sono riuscito a prepararmi adeguatamente e quindi riproverò ad entrare per il prossimo anno accademico. La facoltà che mi piacerebbe frequentare è a numero chiuso e dovrò studiare di più.

Sei stato coinvolto in una inchiesta sullo spaccio di stupefacenti a Salerno. Ci spieghi quale è stato il tuo ruolo, cosa ti hanno contestato?

In realtà all’inizio neanche io avevo capito molto bene che cosa stesse accadendo, ammetto di aver sottovalutato molto la situazione. Quando poi, carte alla mano, sono andato dal mio avvocato ho iniziato a capire che rischiavo di rimanere invischiato in un affare del quale non ero realmente consapevole e nel quale, ammesso che il Tribunale desse ragione all’accusa, non conoscevo l’esistenza. Mi è stato contestato il coinvolgimento in una presunta associazione per delinquere con finalità di spaccio. Ammetto di aver fatto uso di marijuana e hashish, lo facevo in compagnia, a scuola, tra adolescenti e giovani, è una consuetudine ma sinceramente non ho mai guadagnato soldi per cedere dosi. È capitato che per evitare di spendere soldi che la mia famiglia non mi dava per fumare, cedessi qualche cosa ai miei amici ma non ho mai tratto guadagno da quella che sinceramente tutt’ora non mi sento di definire un’attività. E’ stata una leggerezza che mi poteva costare veramente cara, già non essere stato sottoposto a misure cautelari di alcun genere è stata una cosa positiva. Ho capito dopo cosa si intendesse per spaccio. Faccio un esempio per chi non lo sa e rischia tutti i giorni perché, come me, pensa che queste siano bravate. Nel momento in cui regali una canna a un amico, così per gioco o perché ti ha chiesto di provare, in quel momento stai spacciando, solo che non lo sai, non ci pensi, non immagini neanche lontanamente di ritrovarti le forze dell’ordine in casa per una perquisizione.

Come e perché ti sei avvicinato a certi ambienti?

La prima volta ho fumato a scuola, come accade un po’ per tutti poi non sei neanche consapevole di avvicinarti a certi ambienti. Semplicemente cerchi chi possa darti qualcosa da fumare e queste persone stanno in gruppo, se non ce l’hanno sanno indicarti da chi andare e poi diventano come degli amici, ti chiamano, ti cercano. Se hanno una nuova fornitura vogliono fartela provare e tu, che non ci pensi più di tanto e non hai la dimensione di cosa ti accade intorno fino a che non hai la Finanza a casa, vai con loro, ti fumi una canna e torni a casa. Succede sempre così, non immagini in che casini ti puoi infilare.

Cosa ti sentiresti di dire ai ragazzi della tua età, che magari per superficialità, finiscono in giri pericolosi?

Di stare attenti. Non posso dire “ragazzi non fumate” perché neanche io mi sarei dato retta. Devi finire con le dita nella porta per cambiare stile di vita. Ma almeno stessero attenti, rimanessero più lontani possibile da queste persone. Non devono credere che sono amici perché non lo sono affatto e in un attimo sei in un incubo, accusato di fare cose che neanche consapevolmente avresti mai fatto perché poi di mezzo ci vanno le brave persone. Mi riferisco, per esempio, alla mia famiglia. Hanno sofferto, sono stati male e tutt’ora sono preoccupati per me e per il mio futuro. Mamma e papà hanno sempre lavorato onestamente, della marijuana conoscevano forse solo il nome. I miei fratelli sono persone per bene, studiano e lavorano e non hanno mai frequentato certi ambienti. Io sono la pecora nera ma spero di renderli fieri di me, di dimostrare che sono stato un cretino e che è stato un incidente di percorso. Hashish e cocaina sono diffusissime a Salerno tra i giovanissimi, in modo assolutamente trasversale, come te lo spieghi?

Si cerca distrazione. Siamo nati in una generazione a cui non è mancato nulla se non la trasgressione. Ci si droga perché fa figo, perché ti fa stare nel gruppo o semplicemente perché vuoi sentire qualcosa. Ma non ne vale la pena, oggi lo dico con amara consapevolezza.

Da quel giorno che cosa è cambiato nella tua vita?

È cambiato tutto. La mia famiglia mi sta addosso, mi guarda con occhi diversi. Devo stare attento anche a dove vado a prendere il caffè perché potrei incontrare persone che mi è stato raccomandato di non vedere neanche in incontri casuali almeno fino a che il processo non sarà finito. E poi ho paura. Paura di pagare un prezzo troppo alto per una cazzata.

Da grande che sogni di fare?

Sogno di laurearmi e lavorare. Di rendere orgogliosa la mia famiglia e di dimenticare questa brutta storia.

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