«Io non ho violentato quella ragazza»

Sarno: il trentenne finito in carcere si difende davanti al giudice e respinge ogni addebito

SARNO. «Non so niente della violenza: così il trentenne sarnese accusato di aver abusato di una ragazza disabile ha provato a difendersi nel corso dell’interrogatorio di garanzia celebrato in carcere davanti al giudice del tribunale di Nocera Inferiore Irma Musella. Ogni addebito è stato respinto.

L’uomo sostiene di non aver toccato la ragazza. L’uomo era stato arrestato la scorsa settimana su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, che su richiesta della procura aveva emesso il provvedimento ritenendo presenti i gravi indizi di colpevolezza e il rischio di reiterazione del reato. Nel giro di pochi giorni la denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Sarno si era arricchita di importanti riscontri: l’attività collaborativa del gruppo territoriale di Nocera aveva completato il mosaico investigativo.

Il sarnese trentunenne rispondeva di violenza sessuale commessa nei confronti di una ragazza disabile, protagonista di un episodio aberrante. Dopo aver ricevuto la denuncia i militari avevano fatto partire le verifiche, chiudendo l’informativa per poi avanzare immediatamente richiesta di misura cautelare. L’ufficio di procura aveva inoltrato regolare richiesta al gip con somma urgenza, ottenendo in 4 giorni dal fatto il provvedimento che ordinava la custodia cautelare in carcere, col responsabile portato alla struttura circondariale di Salerno- Fuorni.

Il giovane risponde in ordine sparso di violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovane ragazza disabile, con successivo episodio di ingiuria e minaccia nei confronti del padre della sua presunta vittima. Dopo l’interrogatorio l’uomo resta in carcere. A sostegno dei fatti sono presenti documentazioni medico-legali, una dettagliata denuncia, alcune testimonianze, tutto confluito nel rapporto investigativo riguardo la violenza sessuale, perpetrata nella tarda serata del 16 luglio. Nella sequenza dei fatti rimessi in ordine l’ indagato, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe approfittato del rapporto di amicizia con i componenti del nucleo familiare della ragazza, in quel momento quasi tutti assenti.

Il giovane si sarebbe chiuso nella camera da letto della ragazza, dopo avervi condotto la ragazza con qualche scusa banale. Chiusa la porta era scattata l’aggressione a scopo di violenza sessuale, con intimidazioni e minacce, di fronte ai fieri dinieghi della vittima.

(a. t. g.)

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