«Investire in Campania ora conviene davvero» 

L’assessore regionale Lepore spiega la nuova grande opportunità delle Zes «Il credito d’imposta è gia utilizzabile per investimenti dai 10 ai 50 milioni»

NAPOLI . Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni firma i decreti istitutivi delle zone economiche speciali per Campania e Calabria, e a Santa Lucia non si nasconde la soddisfazione per aver tagliato il traguardo per primi. «È stato un percorso di grande impegno, sempre guidato dal presidente della Regione, con gli uffici regionali alle attività produttive che ringrazio per il grande lavoro – spiega l’assessore alle attività produttive, Amedeo Lepore – Siamo stati i primi, seguiti dalla Calabria, che ha anche modificato l’impostazione iniziale, perché all'inizio pensava solo al porto di Gioia Tauro. Ma quando ha capito che noi ci muovevamo interpretando le aree retroportuali non come immediatamente legate ai porti, ma come le direttrici legate alle zone industriali, hanno individuato tre porti e li hanno collegati con le principali aree industriali e logistiche».
A Salerno la genesi. Lepore rivendica il ruolo propulsivo della Campania nella partita delle Zes. «C’è stato un lavoro molto lungo, iniziato nel 2016 quando approvammo un primo atto di indirizzo – racconta l'assessore – Un documento che abbiamo presentato al governo, riaprendo una discussione su questo tema. Il governo, basandosi anche su questo nostro atto, ha avviato una riflessione e nel decreto per il Mezzogiorno ha inserito le Zes come uno dei tre punti qualificanti».
E se scavi nella genesi del progetto, spunta Salerno. «L’idea della Zes è nata a Salerno, storicamente, l’ho lanciata in un convegno in questa città – ricorda Lepore – proprio perché guardavo alla vitalità del suo porto».
Porti, retroporti e aree industriali. Salerno è uno dei tre scali portuali, con Napoli e Castellammare di Stabia, individuati nell’asse strategico per realizzare sviluppo e nuova occupazione. «Io credo che la Zes abbia come sbocco principale quello dei tre porti ma – avverte l’assessore – non di soli porti si tratta. Le aree retroportuali hanno un’importanza molto consistente per l’attrazione degli investimenti». Il disegno della Regione guarda a tre direttrici. Nell’area di Salerno va dal porto verso Battipaglia, comprende l'aeroporto di Pontecagnano e le zone industriali di Salerno, Fisciano e della zona nocerino-sarnese. «Questa è una prima direttrice molto forte – sottolinea Lepore – , già ora sta attraendo grandi investimenti ma si può rafforzare». Nel lasciare ancora liberi 300 ettari sui 5.400 programmati per la Zes, si lascia la porta aperta anche all’ipotesi di un interporto salernitano, rimasto un’incompiuta. Nella provincia di Napoli, la direttrice marcia invece verso l’interporto di Nola, e coinvolge il sistema delle aree industriali collegate. Stesso schema nel Casertano, dove si orienta su Aversa e Marcianise (sede dell’altro interporto regionale) e relative zone industriali. «A coronamento di queste direttrici c’è un’area baricentrica fondamentale – dice l’esponente della Giunta De Luca – che ha il suo riferimento in Valle Ufita, nella zona di Flumeri, e che ha un continuum che arriva fino a Benevento. Un’area a dimensione sovraregionale, Avellino e Benevento possono essere baricentriche per Basilicata, Puglia e Molise».
I vantaggi fiscali. Adesso, però, parte la fase operativa delle Zes. «Non c’è nessun bando da emanare – precisa Lepore – e ci sono strumenti già in atto. Col decreto istitutivo il credito d’imposta è immediatamente utilizzabile per gli investimenti da 15 a 50 milioni, la domanda si può presentare all’Agenzia delle entrate, è totalmente automatico. Poi ci ripromettiamo di portare rapidamente in Consiglio la legge di semplificazione approvata in Giunta, che prevede l’senzione dall’Irap alle imprese. Infine, da lunedì ci impegniamo ad attuare quanto previsto nel piano di sviluppo strategico da noi approvato a marzo».
Il piano istituisce la cabina di regia e dispone un accordo con Invitalia per il supporto agli uffici regionali. «Stiamo già discutendo con il Ministero dello sviluppo e Invitalia – afferma Lepore – un aggiornamento dell’accordo di programma quadro sui contratti di sviluppo (misura di Invitalia per sostenere gli investimenti di grandi dimensioni nel settore industriale, turistico e di tutela ambientale, ndr) che ci consenta di utilizzare stanziamenti già approvati dal Cipe e rafforzare la loro ricaduta occupazionale. E ci ripromettiamo di rendere operativa l’ipotesi di dedicare accordi di sviluppo per le Zes».
A Santa Lucia stanno anche valutando «degli strumenti finanziari – specifica l’assessore – per il credito alle imprese all’interno della zona economica speciale». Nell’esplorazione di mezzi per rafforzare il quadro nazionale, Lepore assicura che «ci muoveremo per chiedere al governo un incremento delle risorse a disposizione, che al momento riteniamo possano servire solo ad iniziare».
Timori per il Sud. In uno scenario tendente all'ottimismo, l’assessore tuttavia non tace certi timori. «Da quello che leggo dei punti del cosiddetto contratto tra le due forze che si apprestano a formare l’esecutivo, mi sembra – sostiene – che il tema del mezzogiorno sia molto limitato. Se dovesse essere questa l’attenzione, sarei molto preoccupato. Mi auguro che qualsiasi governo venga non metta in discussione provvedimenti importanti per il Sud adottati in questi anni. E mi auguro che le altre regioni possano approvare anch’esse il piano di sviluppo strategico. La Puglia è ancora in fase di elaborazione, la Sicilia ora ha iniziato, alcune più piccole credo siano a buon punto».
Gianmaria Roberti
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