Tragico incidente in litoranea

Investì e uccise un 23enne Chiesti otto anni di pena

Otto anni all’investitore di Mario Spiotta, il 23enne ebolitano che il 14 ottobre fu travolto e ucciso in litoranea all’uscita da una discoteca. È la richiesta formulata ieri mattina dal pubblico...

Otto anni all’investitore di Mario Spiotta, il 23enne ebolitano che il 14 ottobre fu travolto e ucciso in litoranea all’uscita da una discoteca. È la richiesta formulata ieri mattina dal pubblico ministero Marco Colamonici per Gianluca Avagliano, il 45enne di Mariconda che dopo aver investito il giovane si diede alla fuga e, grazie alle testimonianze, fu rintracciato poche ore dopo dalla polizia in via Allende. Su di lui pesa il risultato dei test per la rilevazione di alcol e droga. Risultò positivo a entrambi, con un tasso alcolemico di 2,1, che lui stesso attribuì al vino bevuto a cena, e la presenza di cannabinoidi dovuti all’assunzione di uno spinello. Ieri il pm ha chiesto che sia condannato a sei anni di reclusione per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose (nell’incidente restò ferita la fidanzata di Spiotta) e ad altri due anni per l’omissione di soccorso e la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droga. La decisione del giudice dell’udienza preliminare, Donatella Mancini, arriverà a fine maggio, dopo la discussione del difensore Gennaro Iovino. Il legale punta al riconoscimento di un concorso di colpa dei ragazzi, che avrebbero camminato sul ciglio della strada e spalle ai veicoli, ma per il pubblico ministero non ci sono attenuanti alla condotta di Avagliano, che quella notte tra il 13 e il 14 ottobre non avrebbe dovuto mettersi alla guida e che secondo i testimoni arrivò alle spalle della coppia a tutta velocità.

La fidanzata di Mario lo teneva per mano quando, poco prima delle tre di notte, la Citroen C2 di Avagliano lo strappò via facendolo sbalzare sul parabrezza. Secondo la ricostruzione dei poliziotti delle Volanti, che lo intercettarono mezz’ora dopo, il 45enne uscì dall’abitacolo barcollando e in stato confusionale. In quegli stessi minuti i soccorritori dell’Humanitas cercavano di rianimare il giovane investito. Per quaranta minuti tentarono tutto il possibile, ma le condizioni di Mario Spiotta, giovane promessa della danza, erano già disperate. L’urto era stato violentissimo, provocando lesioni irreversibili al cranio e agli organi interni.

Avagliano fu subito portato in carcere, da dove è uscito lo scorso 23 dicembre per la conversione della misura in arresti domiciliari. Quando gli agenti lo fermarono stava rientrando a casa, nell’appartamento di Mariconda condiviso con la madre. Per le forze dell’ordine era una vecchia conoscenza, già arrestato in passato per detenzione e spaccio di stupefacenti. Ora la Procura chiede per lui una condanna esemplare. (c.d.m.)

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