TOGHE IN GUERRA

Intesa tra Salerno e CatanzaroIl Csm decide i trasferimenti

Trasferimento di ufficio per altri cinque pm protagonisti dello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro. Si tratta dei magistrati di Salerno che hanno disposto il sequestro del fascicolo "Why not" e di quelli di Catanzaro che hanno controsequestrato gli atti. Via da Salerno Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. La decisione del Csm è stata all’unanimità. Solidarietà dei pm salernitani ai colleghi trasferiti. Apicella: «Aspettiamo con curiosità di leggere le contestazioni»

Sono cinque i pubblici ministeri di Catanzaro e Salerno per i quali è stato disposto l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio da parte del Csm. La decisione è stata presa ieri sera dalla Prima commissione di Palazzo dei Marescialli. Si tratta dei pm di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani che hanno disposto il clamoroso sequestro del fascicolo Why not; e dei pm di Catanzaro Salvatore Curcio, Domenico De Lorenzo e Alfredo Garbati, firmatari del provvedimento senza precedenti di controsequestro.
Le audizioni dei nove pm convocati a Palazzo dei Marescialli - sei di Salerno e tre di Catanzaro - erano terminate a notte fonda, dopo sette ore di "interrogatori". Tra i salernitani i più incalzati dalle domande erano stati i titolari dell’indagine Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi (gli altri quattro - Antonio Centore, Vincenzo Senatore, Roberto Penna e Patrizia Gambardella - hanno solo partecipato alle perquisizioni). I due sostituti hanno difeso le loro scelte. A cominciare dal voluminoso decreto di perquisizione, di oltre 1400 pagine. Una mole necessaria -hanno spiegato- per motivare adeguatamente il provvedimento e mettere gli indagati in condizione di conoscere tutti gli elementi a carico. I consiglieri che contestavano loro di avere in questo modo anche violato la riservatezza di persone non indagate - come l’ex presidente dell’Anm Simone Luerti - hanno ribattuto che ritenevano prevalente l’esigenza di riportare nel decreto tutti gli elementi raccolti nel corso dell’indagine. Si è parlato anche della vicenda del pm di Catanzaro, Curcio, costretto a spogliarsi per una perquisizione. Poco prima dell’audizione dei pm salernitani, però, lo stesso Curcio aveva raccontato che l’episodio era avvenuto in una stanza diversa da quella in cui si trovava il collega di Salerno, Antonio Centore, che era nel suo appartamento per sovrintendere alle operazioni. E Centore, confermando di non aver assistito alla scena, ha comunque fatto presente che queste modalità di perquisizione erano state previste dal decreto dei colleghi Nuzzi e Verasani. Le perquisizioni personali erano necessarie ai fini delle indagini -hanno spiegato Nuzzi e Verasani- e finalizzate alla ricerca di documenti e pen-drive. Malgrado queste spiegazioni - come quella addotte dai tre colleghi catanzaresi - la Commissione ha comunque dato il via ai procedimenti. «Aspettiamo con curiosità di leggere le contestazioni e il provvedimento della prima commissione del Csm», ha commentato ieri sera il procuratore della Repubblica di Salerno, Luigi Apicella, alla notizia dell’apertura della procedura per i suoi due pm. Il procuratore - che, insieme al pg di Catanzaro Enzo Iannelli, dovrà comparire il 18 dicembre prossimo dinanzi al Csm per difendersi dalle contestazioni - si è riservato a breve di esprimere più compiutamente il suo pensiero sulle decisioni adottate dall’organismo di autogoverno dei giudici.