Intertrade, gestione allegra Bocche cucite sull’indagine

Dopo l’arresto di Luciani e l’accusa di truffa per altri nove nessuno parla È stata determinante l’inchiesta interna condotta dall’ex procuratore Greco

La tensione si taglia a fette. E il clima del sospetto avvolge indistintamente tutti. Perché lo tsunami giudiziario che si è abbattuto sulla Camera di commercio potrebbe essere solo la prima ondata di un uragano molto ben più consistente. Perciò nessuna parla e in molti preferiscono trincerarsi dietro il mutismo. Molti dei “vecchi” amministratori dell’Ente camerale sono sul chi va là e qualcuno teme di avere addirittura il telefono sotto controllo. Difficile strappare qualche commento, anche tra gli impiegati. Ma, qualcuno, a denti stretti, si lascia sfuggire una considerazione: «Doveva accadere, in quanto la gestione allegra di Intertrade non poteva non essere scoperta».

Sembra quasi che tutti sapessero ma nessuno parlava. Fin quando non si è deciso di fare chiarezza e di rendere pubblici gli altarini, attraverso la nomina del commissario Alfredo Greco. L’ex procuratore di Vallo della Lucania, infatti, ha condotto, su mandato della Giunta (che all'epoca era composta oltre che dall’attuale presidente Andrea Prete, da Mario Arciuolo, Gennaro Bonomo, Pietro Caggiano, Sergio Casola, Gianfranco Ferrigno, Mariano Lazzarini, Mauro Maccauro e Aldo Trezza), una vera e propria indagine parallela. E tante sono le stranezze contabili emerse e segnalate ai colleghi della magistratura inquirente, tra cui finanziamenti sospetti, ottenuti con procedure anomale, e uscite non giustificate, che hanno portato ad un disavanzo di gestione di oltre 2milioni di euro. Tra le spese segnate in rosso nella documentazione prodotta dal commissario Greco, quelle relative ai rapporti con società esterne: più di 500mila euro alla Fluid Motion, 467mila alla “Grafie sas”, 56mila alla “Ibarico srl”; 42mila alla “Conf.se.sa. srl”; 153mila alla “CC Multilingue” e 60mila gli euro pagati alla pasticceria Svizzera, per dolciumi e pasticcini. E, ancora, a finire sotto la lente d'ingrandimento di Greco sono state le consulenze, in particolare quelle intercorse con la Fluid Motion. Prestazioni di servizio di cui, a detta del commissario straordinario, «non si riesce a capire la reale tipologia». «Né – aggiunge Greco – se l’oscuro servizio, pagato e fatturato, sia stato reso, perché non c’è alcuna documentazione giustificativa a supporto. L ’unico oggetto che si ritrova negli scaffali dell'azienda e che sembra provenire da Fluid Motion, è una specie di enciclopedia di circa 50 volumi rilegati e contenenti i curricula e le valutazioni di candidati in una sorta di short list da cui attingere per in carichi». «Sembra proprio che – conclude Greco – solo per questa enciclopedia e chissà per quali servizi, Intertrade abbia speso mezzo milione di euro».

Gaetano de Stefano

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