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Interrogazione parlamentare sullo stato di salute del fiume

SARNO. Sarà un fiume in piena, l’interrogazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle sul problema ormai storico inerente all’inquinamento del Fiume Sarno. Dal febbraio 2013, infatti, in seguito...

SARNO. Sarà un fiume in piena, l’interrogazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle sul problema ormai storico inerente all’inquinamento del Fiume Sarno.

Dal febbraio 2013, infatti, in seguito ad un tavolo tecnico prodotto a Castellammare di Stabia da professionisti del settore ambientale, il M5S ha in mano un importante dossier dove viene raccontata la situazione attuale del fiume più inquinato d’Europa.

Un imponente lavoro di analisi, ricerche e proposte che ha visto il coinvolgimento di numerosi professionisti che in passato hanno prestato consulenza a vario titolo per la realizzazione di opere sul Sarno.

«A partire dall’analisi dello stato di salute del bacino idrografico del fiume Sarno e dei suoi abitanti, il Tavolo tecnico si pone come dirimente punto di svolta, dopo 40 anni di perenne stato di emergenza ambientale, sanitaria ed economica», scrivono i portavoce del Movimento.

Il dato più allarmante riguarda la continua contaminazione di acque superficiali, sotterranee, di mare, suolo, atmosfera, flora, fauna e della popolazione umana.

«L’emergenza sanitaria dell’inquinamento del Sarno per le popolazioni che vivono nelle sue vicinanze è un dato di fatto - continuano dal M5S - la contemporanea presenza nell’acqua di microrganismi di origine fecale e metalli pesanti in concentrazione superiore a quanto stabilito dalla legge determina l’aumento di infezioni quali febbre tifoide, diarrea infettiva, epatite A, ma soprattutto di tumori. Il monitoraggio dell’ecosistema marino del golfo di Napoli nei pressi della foce del Sarno, quindi, mostra valori di metalli pesanti e altri inquinanti estremamente elevati, in particolare il cromo».

L’emergenza ambientale avrebbe causato la perdita di valore dei territori inquinati dal punto di vista turistico ed economico. «Piuttosto che ostinarsi su opere costose e inefficienti a valle, occorre intervenire a monte: mettendo al primo posto la riqualificazione, recupero e ricostituzione degli equilibri ambientali alterati, favorendo l’integrazione delle aree degradate nel contesto ambientale e territoriale, ricostituendo il reticolo idrografico alterato o interrotto, eliminando i fattori di disturbo e favorendo la ricostruzione di fasce di connessione ecologica e il recupero dei caratteri peculiari del paesaggio agrario e dei boschi. Favorendo infine il recupero funzionale dei siti, attraverso soluzioni d’uso e gestionali improntate alla compresenza della pluralità di usi».

Intanto a Nocera Inferiore Gino D’Angelo, Lino Pica, Claudio Maiorino, Luciana Mandarino, Vito Pesce, Piero Lanzara, e . Luca Forni a dare vita al primo nucleo di costituzione del “Comitato per la salute dell’Agro”, individuando in Claudio Maiorino il presidente.

Davide Speranza

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