Intermodalità e ambiente nuove sfide della logistica 

A Sorrento il convegno dell’associazione che raggruppa 1.300 aziende Bonavitacola: «Italia incapace di spendere i fondi Ue per le infrastrutture»

SORRENTO. «In Italia, purtroppo, dobbiamo registrare un dato preoccupante: in 6 anni, il tempo limite concesso dall’Unione europea per usufruire dei finanziamenti comunitari, non riusciamo a realizzare infrastrutture. E questo perché abbiamo un apparato burocratico ottocentesco e la paura della firma». A lanciare l’allarme è il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, intervenuto al convegno organizzato a Sorrento dall’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile (Alis), che conta più di 1.300 aziende associate. Stimolato da Bruno Vespa, Bonavitacola si lascia andare nell’amara considerazione, peraltro confermata da Beatrice Covassi, capo rappresentanza in Italia della Commissione europea. «In Italia – sottolinea Covassi – spendiamo poco e male le risorse europee».
Un vero e proprio pugno nello stomaco per il popolo della logistica che, nonostante le difficoltà, continua a far lievitare il business. Il futuro si chiama intermodalità, ossia la possibilità di poter utilizzare, in un interscambio sempre più proficuo, più modalità di trasporto. E, proprio in quest’ottica, il Gruppo Grimaldi continua a potenziare la propria flotta, con un investimento di un miliardo di euro, che apre le porte anche a mille nuove assunzioni. «Abbiamo acquistato – annuncia l’amministratore del gruppo, Emanuele Grimaldi – 12 nuove navi, di ultima generazione, con motori modernissimi, pitture siliconate, eliche speciali e batterie che prendono i picchi di potenza per ricaricarsi, in modo che quando si entra e si esce dai porti si viaggia ad emissioni zero. Oltre all’ambiente preserviamo anche i nostri bilanci, perché il costo maggior per un armatore è proprio il carburante: il nostro gruppo spende per gli equipaggi 400 milioni all’anno, mentre per il carburante 650 milioni».
Grimaldi non è turbato nemmeno dalla contestazione, all’estero dell’Hilton – dove si svolge il convegno – di un gruppo di marittimi italiani, preoccupati per il loro futuro. Perché l’armatore ha rilevato 2 imbarcazioni della Ttt Lines, che faceva rotta su Catania da Napoli. «Sarà riarmata nei prossimi giorni – precisa – con 70 persone d’equipaggio, anche se sarà dirottata sulla linea Brindisi-Corfù». Nessun collegamento da Napoli, quindi, per la Sicilia. «Abbiamo Salerno-Catania – specifica l’armatore – e torneremo a Napoli solo se ci saranno le condizioni giuste. Non vogliamo pagare per attraccare, abbiamo richiesto una banchina privata. Al porto di Salerno tutte le banchine sono pubbliche».
La parola d’ordine è incentivare la logistica e i trasporti. Lo ribadisce Ennio Cascetta, amministratore Ram spa che rimarca come l’Italia sia «un Paese che, pur inconsapevolmente, si è trasformato internazionalizzandosi verso l’Europa, la Russia, la Turchia e il Nord Africa, intensificando gli scambi in quest’area geografica». A dare il loro contributo d’idee anche Paolo Grossi, direttore commerciale Eni, e Mario Mattioli, presidente Confitarma.
Nella prima sessione del congresso, invece, al centro del dibattitto, come spiega Marcello Di Caterina, direttore generale Alis, l’internazionalizzazione e, soprattutto «il coinvolgimento di altre realtà europee nel progetto e regole comuni del trasporto europeo» in modo tale da porre un freno al fenomeno del “dumping”, ossia della concorrenza sleale. E che il ruolo dell’associazioni sia importantissimo lo ribadisce anche Zeljiko Jeftic, global innovation Lead Iru: «Stiamo assistendo ad un cambiamento – chiarisce – e le associazioni hanno il compito d’indicare la strada da seguire». Chiede continuità politica e decisionale Franco Fenoglio, presidente Unrae. «Il trasporto – puntualizza – è il settore dei settori. Tutti, infatti, trasportano qualcosa e il costo incide in maniera determinante sul prezzo finale. Dobbiamo lavorare tutt’assieme all’intermodalità, tuttavia, se non c’è una continuità di governo, continueremo ad avere incentivi sporadici che determinano un saliscendi da un anno all’altro». È sicuro che l’intermodalità sia «un settore cruciale anche a livello europeo e non una moda passeggera» Wolfgang Gobel, presidente Ecg.
A concludere gli interventi di Mario Resca, presidente Confimprese, e Francesco Rotondi, founding partner LabLaw.
Gaetano de Stefano
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