Interinali a rischio, Vivado in fabbrica

Le maestranze chiedono un incontro col patron dello stabilimento ex Alcatel stamane in città. Confermato il presidio

Un'altra giornata di passione e proteste si preannuncia per oggi dinanzi ai cancelli dello stabilimento Btp Tecno. Stamane, infatti, dovrebbe varcare l’uscio della fabbrica il presidente Gian Federico Vivado e i lavoratori interinali - che continuano a chiedere una maggiore rotazione all'interno dello stabilimento e, in soldoni, più lavoro per tutti - reclameranno un incontro con Vivado.

I lavoratori si sono riuniti ieri davanti allo stabilimento per organizzare la protesta. «Non molleremo - dice uno di loro - e continueremo a far sentire la nostra voce in modo unitario per riprenderci ciò che ci spetta di diritto e cioè il lavoro». Resta da capire se Vivado vorrà incontrare gli interinali o una delegazione. Il nodo è sempre lo stesso: il forte timore dei lavoratori interinali della Btp Tecno di ritrovarsi "fuori dai giochi" e quindi senza lavoro.

Questo soprattutto a causa della diminuzione dei volumi assicurati dall'Alcatel Lucent alla Btp Tecno. La multinazionale francese, come evidenziato dalla Btp Tecno, «ha disatteso i propri impegni contrattuali del 2010 abbattendo in modo unilaterale e drammatico gli ordinativi e i volumi». Tuttavia, come ha tenuto ad evidenziare la Bpt, «Alcatel non ha mai dichiarato di volersi svincolare definitivamente dall'accordo». Secondo la dirigenza, gli interinali avrebbero interpretato in maniera sbagliata, nel corso di un'assemblea del 5 novembre, i contenuti della riunione tenutasi al Ministero lo scorso 30 ottobre, cui erano presenti i rappresentanti Btp, Alcatel, sindacati nazionali, territoriali e locali.

Nello specifico, Btp afferma che «è falso che il governo abbia dato una valutazione negativa sullo stato di avanzamento del progetto. Ha semmai condiviso la preoccupazione di Btp e del sindacato rispetto alla più generale crisi dell'Alcatel, chiedendo a quest'ultima di valutare il conferimento a Battipaglia di lavorazioni non previste dagli accordi, ma disponibili nella loro attuale programmazione industriale, come ad esempio le riparazioni». Continua Btp: «è purtroppo vero che, per colpa del fortissimo ridimensionamento delle attività Alcatel, Btp sta attraversando una grave situazione finanziaria. Ma è falso che qualcuno al Mise o altrove abbia mai dichiarato la necessità del ricorso alla cassa integrazione per circa la metà dei lavoratori Btp». Qualcuno tra i manifestanti aveva affermato di voler delegittimare o commissariale l'attuale proprietà. Ironico il commento della Btp: «ci appelliamo all'intelligenza e alla buona fede dei lavoratori, ricordando che l'imprenditore si può legittimamente contestare, ma non sfiduciare o cacciare».

Francesco Piccolo

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