cinquant’anni di arte

Installazioni di Lewitt Al Madre la creatività del “genio” americano

NAPOLI. Sol Lewitt illumina il Madre di Napoli. L’iniziativa reca i crismi ed il carattere della solennità, curata da Adachiara Zevi sotto l’input promozionale della Fondazione Donnaregina e con il...

NAPOLI. Sol Lewitt illumina il Madre di Napoli. L’iniziativa reca i crismi ed il carattere della solennità, curata da Adachiara Zevi sotto l’input promozionale della Fondazione Donnaregina e con il sostegno della Regione Campania che ha partecipato sin dalla fase primordiale, senza dimenticare la rilevante funzione assunta dalla “partnership” con il Centre Pompidou di Metz, la città francese che ospiterà la prossima mostra dedicata a Lewitt, e dalla stessa Fondazione Sol Lewitt di Chester nel Connecticut. Ora, del grande genio americano morto nel 2007 a 78 anni, il Madre ospita, fino al primo aprile 2013, una interessante ed articolata scelta di lavori. Un percorso che comprende non solo esiti propri dispiegatisi lungo un arco temporale di almeno cinquant’anni e quindi di incidenza per così dire epocale, ma anche un intero, notevole corpus di realizzazioni messe a punto da allievi che tradussero nella pratica dei fatti ciò che per il maestro era rimasto al mero stato progettuale. Si tratta di un evento inaugurale non solo per la sede napoletana ma per l’intera istituzione museale italiana che apre per la prima volta all’excursus lewittiano presentando lavori che si dipanano in maniera straordinariamente trasversale dalla pittura al disegno, dalla scultura alle installazioni, dall’oggettistica alle elaborazioni, un tutto dotato di uguale vitalità come interfaccia interpretativa capace di mettere in discussione il potenziale espressivo insito in ogni materiale utilizzato.

Del Lewitt la personale indaga anche l’attività collezionistica. Un punto, questo, molto importante, che il maestro originario del Connecticut ha sempre tenuto in grande considerazione, senza tema di scadimenti, nel momento in cui assieme alle proprie ha posto di fronte allo spettatore capolavori altrui in svariate occasioni. Né manca l’apporto degli inediti, compresi in un cammino visivo che si articola attraverso tre sezioni allestite sulla base di altrettanti spunti tematici, che si rispecchiano nella titolazione di ognuna di esse. Un’attività multiforme che dagli Stati Uniti muove via via alla conquista quasi pionieristica degli spazi dell’arte mondiale, e che adesso ritorna sinuosa e accattivante alle falde del Vesuvio. (ci.ma.)

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