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Inps chiede a disabile di rimborsare i soldi

AGROPOLI. Prima le tagliano la pensione di invalidità civile, privandola del sussidio di accompagnamento, e poi l’Inps le chiede un rimborso di circa 500 euro. E’quanto accaduto a Teresa C.,...

AGROPOLI. Prima le tagliano la pensione di invalidità civile, privandola del sussidio di accompagnamento, e poi l’Inps le chiede un rimborso di circa 500 euro. E’quanto accaduto a Teresa C., paziente psichiatrica 45enne che, sin dall’adolescenza, soffre di gravi turbe psichiche. Contro la richiesta di rimborso la Cgil–Caff di Agropoli ha presentato un ricorso. La donna si trova ricoverata alla clinica “La Quiete” dal 10 agosto. «Il diritto alla prestazione per invalidità civile per Teresa – si legge nel ricorso - è derivato da una sentenza del tribunale di Vallo, i cui effetti sono venuti meno dopo una visita medica disposta dall’Inps del 13 luglio 2012. Fino a quella data la donna aveva il diritto ad avere la prestazione per invalidità civile. A partire dal 14 luglio, a seguito della diagnosi dei sanitari dell’Inps, non ha avuto il diritto a ricevere l’indennità riconosciuta che, tuttavia, non viene meno tout court per tutto luglio ma relativamente alla sola metà del mese. Quindi l’eventuale restituzione della somma ammonta non a 492, 97 euro ma alla metà. Inoltre, la paziente ha la facoltà di ricorrere contro il provvedimento dell’Inps, che le ha revocato invalidità civile e accompagnamento, per vedersi riconosciuta lo status psicofisico negato dai sanitari Inps. Quindi solo alla scadenza di sei mesi, ed in assenza di ricorso in sede giudiziaria, l’Inps può avere il diritto alla restituzione».

I familiari di Teresa hanno già annunciato che presenteranno un ricorso in sede giudiziaria per vedersi riconosciuta invalidità al 100% più l’accompagnamento, che le è stato tolto «in attesa di tale esito non è congruo né funzionale chiedere rimborso di somme, che potrebbero tessere in seguito riconosciute». Nel ricorso la Cgil chiede «l’annullamento, la revoca e di rendere inefficace richiesta di rimborso». A sollecitare le istituzioni è la sorella Maria: «È un abuso nei confronti di una donna che sta vivendo momenti terrificanti – afferma Maria - in una clinica psichiatrica. Non può contare sull’aiuto dei familiari, nostra madre rischia di finire su una sedia a rotelle a causa di una frattura vertebrale». La famiglia non può nemmeno permettersi una badante che stia vicino alla 45enne.

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