Ingroia: «Rivoluzione Civile? È stata una scelta di coerenza»

L’ex pm di Palermo: «Non intendevo presentarmi sotto il tetto di un partito» Ruotolo ricorda il sindaco Angelo Vassallo e le battaglie contro la discarica di Serre

SALERNO. Il magistrato Antonio Ingroia lo dice chiaro «non volevo, per coerenza, stare sotto il tetto di nessun partito, per questo quando sono stato sollecitato a candidarmi ho chiesto di formare un movimento nuovo capace di cambiare l’Italia». Ma la “Rivoluzione Civile” dell’ex magistrato siciliano, sbarcata ieri sera a Salerno all’Hotel Mediterranea, si porta in dote almeno tre partiti: Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e Comunisti Italiani che difficilmente rinuncerebbero alla loro casa madre. Ma Ingroia, sembra mettere tutti d’accordo, tutti convinti che in questo Paese, la sua “Rivoluzione” può finalmente mettere al centro del dibattito la «moralità» e «l’onestà» due parole chiave che ieri sera Ingroia ha coniugato parlando del suo programma. «Noi non siamo una lista di belle parole che vuole fare presenza - ha spiegato - Non siamo come Bersani che pur di vincere è disposto anche ad allearsi con Monti». E il Presidente del Consiglio, così come anche l’ex premier, sono l’obiettivo principale da abbattere ed allontanare dalla politica italiana. Un passaggio che il candidato alla Camera nel collegio Campania 2, il giornalista Sandro Ruotolo sintetizza con una battuta: «Anche Monti è diventato in meno di un mese, il vecchio che avanza. Fino a prima della sua “salita in campo” era l’uomo che ha aumentato le tasse e subito dopo ha iniziato a promettere di abbassarle in cambio di un voto». Ma è l’ex magistrato che affonda il colpo: «Ho dedicato oltre vent’anni della mia vita alla ricerca della verità ma non sono mai riuscito ad arrivare fino in fondo perché la politica me lo ha sempre impedito. Una vergogna. E solo perché la politica non ha mai voluto guardare in faccia la verità». Ingroia parla di «ripristino dell’articolo 18» e di «reddito di cittadinanza». Poi alza la voce quando lo accusano di qualunquismo perché, spiega «mi chiedono da dove recupero i soldi. E facile? La nostra ricetta è quella di istituire una Agenzia pubblica nella quale far confluire tutti i patrimoni sottratti alle mafie e quelli dell’evasione di tasse, attraverso un meccanismo rapido di recupero. Poi reimmetterli nel sistema economico del Paese, e attraverso un meccanismo proporzionale, si abbassano progressivamente le tasse e si utilizzano come prestiti alle imprese virtuose che garantiscono occupazione e produzione in Italia». Per Ingroia, «anche i tantissimi soldi che arrivano dall’Europa invece di fermarsi nelle banche private devo entrare nella stessa agenzia e finanziare a tassi più equi per le imprese».Insomma un meccanismo di legalità che, come sottolineato da Ruotolo in un passaggio del suo intervento (nel quale ha ricordato anche il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo e le battaglie di Serre contro la realizzazioni della discarica -ndr): «È un punto centrale perché libertà è un diritto fondamentale attraverso il quale si può fare impresa e lavoro». In tanti ieri hanno affollato il salone dell’Hotel Mediterranea, tra i volti Angelo Spera, Franco Musumeci, Fausto Morrone, Antonio Domini e tutti i candidati tra i quali Gaetano Petti, il cardiologo di Pagani che ha ricordato al magistrato di essersi «battuto contro la triade Gambino-Cirielli-Cosentino, ma la magistratura non è mai voluta andare fino in fondo. E in alcuni casi ci ha chiesto anche di smetterla con le denunce». Per questo motivo, Petti, come molti altri «abbiamo deciso di affidarci a lei perché è l’ultima possibilità, per questo Paese, di uscire fuori dall’illegalità».

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