Ingroia passa per Nocera prima di candidarsi / FOTO

Il magistrato solo domani scioglierà la riserva sul ruolo di leader del movimento “arancione”. Presentato il suo libro “Io So” con il sindaco Torquato

«La mattina di sabato 29 dicembre prossimo in conferenza stampa dirà come il mio impegno politico verrà tradotto in vista delle prossime elezioni politiche». Non si sbilancia ancora Antonio Ingroia sulla sua candidatura a guida del movimento “arancione” progettato insieme ai sindaci di Napoli e Palermo De Magistris e Orlando. Questa la risposta più attesa dalle tantissime persone c he hanno accolto il magistrato palermitano all’interno dell’aula consiliare del comune di Nocera Inferiore per la presentazione del suo libro “Io So”.

Presenti, oltre a tanti curiosi, anche il sindaco nocerino Manlio Torquato e tanti aspiranti candidati “arancioni” dell’agro e non solo che dovranno attendere ancora 36 ore per sapere se sarà Ingroia il candidato premier per il movimento. Un movimento che darà vita «ad una lista non partitica ma che ha voglia di fare veramente “politica” e che ha bisogno essenzialmente di due condizioni: che la società civile scelga finalmente di mettersi in gioco e di stare in prima linea e che la politica faccia un passo verso questa parte della società civile e scelga, invece, di mettersi nelle altre file disponibile dando il proprio supporto e la propria spinta a queste facce nuove», ha spiegato Ingroia.

«Nessun salvatore della Patria né professionisti della politica che oggi sono arrivati a livelli bassissimi. Io ci sto se ci state voi a mettervi in gioco e a costruire realmente qualcosa di nuovo per il nostro Paese», ha affermato Igroia ad una platea che non ha risparmiato numerosi applausi alle sue parole. Gli applausi sono arrivati, in particolare, quando Ingroia ha parlato della sua inchiesta sulla “trattativa” tra Stato, o parte di esso, e Cosa Nostra mettendo Riina, e Provenzano da una parte e dall’altra parte della DC che faceva capo ad Andreotti e Lima prima e a Dell’Utri, più volte apostrofato come “l’uomo della mafia” che nel ‘94 ha dato vita a Forza Italia solo per interessi mafiosi, Berlusconi.

Argomenti più volte trattati dal magistrato palermitano e che sono alla base del suo nuovo libro. Un libro che si sofferma in particolare sulla stagione stragistica scatenatasi all’indomani della rottura del patto tra Cosa Nostra e Stato, rottura avvenuta proprio con l’omicidio di Lima, deputato siciliano DC vicinissimo ad Andreotti, che ha dato poi il via alle stragi che hanno toccato il picco con la morte di Falcone e Borsellino nelle stragi di Capaci e via D’Amelio.