Infettivi, vertice con Viggiani sui lavori

Il reparto del Ruggi funziona con 14 posti letto in meno, incontro del manager con Cittadinanza attiva

Un reparto di eccellenza, un’esperienza di quarant’anni dei medici nel campo delle epatiti, un bacino di utenza di mille pazienti all’anno con 400 affetti da Hiv. Questi i numeri degli Infettivi del Ruggi che continua a operare con posti letto ridottissimi: da tre anni e mezzo non vengono ripristinati 14 posti che consentirebbero di portare il reparto allo standard ordinario delle 30 degenze. I lavori al secondo piano non sono stati ancora eseguiti, pur essendoci un vecchio fondo di 180 mila euro. Per spingere su questo punto Cittadinanza attiva ha tenuto un incontro con il manager dell’ospedale, Viggiani. Il direttore generale ha promesso che a fine ottobre sarà completato il progetto, nei successivi due mesi sarà fatta la gara d’appalto, all’inizio del 2015 il via ai lavori che dovrebbero durare quattro mesi. E visto che i fondi sono insufficienti si è concordato di “pressurizzare” solo quattro stanze.

Ma quello che preoccupa di più è la previsione di un centro studi sui farmaci innovativi per le epatiti, previsto all’ospedale Da Procida in collaborazione con l’Università. La paura è che questa previsione nasconda altri progetti e che alcuni step dell’assistenza ai malati vengano trasferiti nell’ospedale di via Calenda e sottratti all’attività dei medici del Ruggi, che in questo campo possono vantare esperienza e competenza. «Non si può frantumare il percorso che fanno i pazienti che afferiscono al reparto- spiega Maria Grazioso di Cittadinanza attiva - Il malato si controlla in ambulatorio, si segue e se necessario si ricovera secondo una certa continuità». Tanti altri i problemi evidenziati anche dalla Cgil Fp: la stanza contumaciale per l’accoglienza che non viene usata per il reparto, l’ascensore rotto da tempo i cui lavori procedono a rilento, la questione del nuovo farmaco sovaldi per il trattamento dell’epatite c. Il Ruggi deve attivarsi per poter diventare “centro prescrittore” di tale farmaco con l’individuazione di un medico “prescrittore”, altrimenti i malati della provincia di Salerno non potranno beneficiare gratuitamente del farmaco. Un altro punto evidenziato a Viggiani è la mancata previsione, nell’atto aziendale, di un day hospital specifico per malati di aids.

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