L'INTERVISTA

Inferno movida a Salerno, il caso choc: "Sono esasperato, vendo casa e vado via"

La testimonianza di un residente di piazza Alfano I: «Schiamazzi insopportabili, dopo vent’anni sono costretto a trasferirmi»

SALERNO. Nel centro storico è nato e cresciuto. Vicolo Masuccio, la piazzetta del Crocifisso, via dei Mercanti, prima di comprare casa in piazza Alfano I, dove vive con la famiglia. Ma da due anni, per colpa degli schiamazzi di una movida senza regole, quello che per lungo tempo è stato un “rifugio”, si è trasformato in un inferno. E così, più o meno dodici mesi fa, ha deciso di affidarsi ad un’agenzia immobiliare per vendere l’appartamento e trasferirsi in una zona più tranquilla. «Da vent’anni vivo qui, ho investito tanti soldi per ristrutturare questa casa, ci sono l’identità e i sacrifici della mia famiglia, ma sono esasperato e per questo ho deciso di andare via», racconta il proprietario che preferisce restare anonimo. «Non sono l’unico. Anche un’altra condomina del palazzo sta tentando la stessa operazione – spiega – E purtroppo non è facile, perché è complicato trovare acquirenti disposti a convivere con urla e decibel a tutto volume, a meno di non voler svalutare il prezzo di mercato dell’immobile». In un anno ha cambiato più di un’agenzia, ma il problema è sempre lo stesso: «Abitando al primo piano, chi frequenta la zona sa benissimo che dovrebbe rinunciare a dormire, almeno dal venerdì alla domenica». L’uomo, insieme ad altre quarantacinque famiglie del centro storico (piazza Alfano I, piazza Abate Conforti, via Romualdo II Guarna, via Giovanni Guarna, via Botteghelle, via Trotula de Ruggiero e via Tasso), ha firmato un esposto inviato in procura, ai carabinieri, ai vigili e consegnato nelle mani del questore per denunciare rumori, urla e schiamazzi che si protraggono fino alle quattro del mattino, rendendo impossibile il riposo.
Nel documento si fa riferimento a decine di minorenni ubriachi – a cui, nonostante la legge ne faccia divieto, vengono serviti alcolici fino a tardi – che stazionano nei vicoli e nelle piazze alternando coretti da stadio a invettive da cui spesso scaturiscono risse. Intorno, residui alimentari, cocci di vetro, auto parcheggiate in doppia o tripla fila che impediscono il passaggio di ambulanze e mezzi di soccorso. «Ma purtroppo non ci hanno ascoltato – spiega – Ogni fine settimana è un San Matteo, con centinaia di giovani che sostano sulla scalinata del Duomo bevendo birre e cocktail. Io faccio il macchinista ferroviario: molto spesso esco di casa alle quattro del mattino e li trovo ancora lì che bivaccano ubriachi. Svolgo un incarico di responsabilità, perché da me dipende la sicurezza di centinaia di persone, è assurdo che sia costretto a rinunciare al riposo ed è altrettanto assurdo che per non impazzire sia obbligato a vendere casa». Una situazione indegna, tuona il presidente del comitato di quartiere centro storico Ermanno Minoliti: «Il questore ha tradito un patto di fiducia con i cittadini che si erano rivolti a lui sperando di poter ottenere un minimo di pace e di giustizia – incalza – Invece l’esposto è rimasto lettera morta, nonostante i nostri continui solleciti». Minoliti punta il dito contro i mancati controlli delle forze dell’ordine: «Di sera nel centro storico non si vede nessun agente, manca una adeguata vigilanza, dunque nessuno rispetta le regole che pure alcune ordinanze comunali hanno fissato. Il risultato è che tanti abitanti “storici” della zona stanno scappando perché hanno perso ogni fiducia nelle istituzioni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA