Infermieri promossi per via giudiziaria

Riconosciute le mansioni di caposala conferite da Minervini in via provvisoria: l’Asl paga. La Fisi: «Danno erariale»

Ancora strascichi negativi per l’Asl dalla gestione Minervini all'ospedale di Eboli: il giudice del lavoro promuove i caposala facente funzione. Dovranno essere risarciti ed inquadrati per la mansione svolta: questa la sintesi della sentenza emessa dal giudice del lavoro di Salerno, Diego Cavaliere. A presentare e vincere il ricorso presentato nel 2011, Rosalia Mandia infermiera nel reparto di oculistica, Ernesto Mandia infermiere di urologia e Roberto Guida del centro trasfusionale che dal 2009 avrebbero svolto la mansione di caposala facente funzione nei rispettivi reparti. Un incarico che doveva essere temporaneo, come previsto per legge, ma continuato negli anni grazie alle riconferme da parte dei primari.

La vicenda degli incarichi al “Maria Santissima Addolorata” è esplosa nel novembre del 2013 con il commissarimento dell'allora direttore sanitario Mario Minervini che insieme ai primari avrebbe avallato le nomine dei caposala: «lo avevamo denunciato da anni - sottolinea Rolando Scotillo della Fisi - su questo ci siamo beccati anche delle denunce ma oggi arrivano le conseguenze. I risarcimenti previsti dal giudice ricadranno sugli utenti». Risarcimenti che si aggirano intorno ai 15mila euro a ricorrente.

Senza contare l'attribuzione del ruolo di caposala agli infermieri: «non siamo contro gli infermieri - spiega Scotillo - ma bisogna evidenziare che questa promozione a caposala è illegittima perchè senza concorso». Una sentenza che crea un precedente per i numerosi ricorsi presentati dagli altri medici e paramedici che negli anni hanno svolto la mansione di primario o caposala come facente funzione: «la sentenza dovrebbe anche individuare i responsabili di tali irregolarità - continua Scotillo - qui c'è un danno erariale che non può e non deve ricadere sull'utenza». Il sindacato Fisi è pronto a scendere in campo: le sentenze depositate ieri dal giudice non sono le prime e non saranno neppure le ultime: infermieri e medici dell'ospedale che hanno svolto funzioni superiori sarebbero più di trenta: «lo avevamo previsto - sottolinea il sindacalista - tra l'altro era una cosa prevedibile, basta conoscere la legge. Ora bisogna fare attenzione sull'inquadramento disposto dalle sentenze». Oltre ai rimborsi economici, infatti, si stabilisce l'immediato inquadramento a norma di legge cosa che implica un aumento dei costi per l'Asl. La scure giudiziaria incombe sul nosocomio ebolitano: a distanza di due anni dalla sospensione dell'ex direttore Minervini emergono situazioni di irregolarità nella gestione del presidio dal 2009 al 2001. Nel dispositivo firmato dal giudice la continuità di incarico a caposala ha fatto maturare ai tre infermieri i titoli necessari alla nomina. L'Asl ora dovrà pagare e regolarizzare la posizione dei tre infermieri mentre i sindacati annunciano ricorsi contro i primari e l'ex direttore quali responsabili del danno causato all'Asl: «soprattutto agli utenti - dice Scotillo - che vedono quotidianamente aumentare i costi di un servizio necessario come quello sanitario». Un ricorso che non esclude il rischio dell'effetto domino sugli altri incarichi temporanei che per anni hanno tenuto banco all'ospedale di Eboli.

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