Inesistente la mappa del sistema fognario

Lambiase: «Solo un dipendente comunale conosce la rete e, quando serve, interviene a memoria»

«Il mare sporco? È colpa di un sistema fognario obsoleto che nei giorni di forte pioggia manda il tilt il depuratore che scarica tutto nelle nostre acque». Il consigliere comunale Gianpaolo Lambiase punta il dito contro l’amministrazione, rea di «non essersi dotata di una mappatura delle fogne salernitane». In pratica spiega il consigliere, «non si conosce il sistema se non a grandi linee. Il tutto è affidato alla memoria di un solo dipendente comunale che interviene a memoria quando c’è un problema in città. Una situazione drammatica». E anche quando nel 2000 fu redatto il Piano urbanistico, la mappa allegata «non è esaustiva di tutto il sistema fognario della città».

La situazione. Nelle nostre condotte «arriva l’acqua piovana proveniente dalle caritoie e gli scarichi delle fecali dei palazzi. Così – aggiunge Lambiase – quando piove finisce tutto dentro e il nostro depuratore non riesce a contenere la grande massa e per questo trasbordare e scarica tutto in mare». Ma c’è di più. Ci «sono vecchie lottizzazioni, come Sala Abbagnano, dove il sistema di scarichi è completamente “privato” non avendo mai stipulato alcuna convenzione con il Comune per opere di urbanizzazione. Nessuno sa come funziona, se ci sono pozzi neri o scarichi illegali».

Per questo «sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale mettesse mano a una riqualificazione della rete fognaria» investendo, commenta Lambiase, «una parte di quel milione di euro destinati dalla Regione alla nostra città invece di investirli in opere inutili». Ma prima di tutto «urge una mappatura di tutto il sistema fognario».

L’appello. Per Lambiase «è prioritario sapere come funziona il sistema delle fognature» perché «il maggiore inquinamento del nostro mare deriva dallo sversamento di fiumi e torrenti». Corsi d’acqua «dove non si capisce chi sversa e cosa si sversa». Per questo motivo «chiederò agli ordini professionali (Architetti, Ingegneri e Geologi), qualora il Comune dovesse disinteressarsi al problema, di effettuare una mappatura della rete risalendo i corsi d’acqua per individuare eventuali scarichi abusivi». Solo in questo modo, conclude Lambiase «è possibile effettuare un primo e concreto atto per scongirare abusi e rendere il mare cittadino realmente balneabile». ©RIPRODUZIONE RISERVATA