Industrializzazione del Sud: un fallimento

Presentato da Enzo Boccia, Lucia Annunziata, Isaia Sales e Alfonso Andria il libro di Carlo Borgomeo

SALERNO. Le contraddizioni del Sud, le occasioni sprecate di sviluppo, a partire dal meridionalismo basato su industria e infrastrutture piuttosto che sul capitale sociale. E, una distanza tra il Nord del Paese e il Mezzogiorno che «è nei diritti di cittadinanza, nella scuola, nei servizi sociali, nella cultura della legalità. È da qui che bisogna ripartire convincendosi che la coesione sociale è una premessa, non l’effetto dello sviluppo». Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, fa l’analisi dei fallimenti del meridione, partendo proprio dal presupposto che si sia «sbagliato a pensare di poter portare velocemente lo sviluppo industriale, per compiacere la politica del consenso». Una disamina attenta e precisa, contenuta nel libro “L’Equivoco del Sud”, presentato ieri a Salerno, nel salone Genovesi della Camera di commercio, per iniziativa dell’associazione di cultura politica “Persona e territori”. Assieme all’autore hanno discusso Isaia Sales, docente universitario, già Sottosegretario con delega al Mezzogiorno durante il primo Governo Prodi, Enzo Boccia, presidente Piccola Industria e vice presidente di Confindustria e la giornalista Lucia Annunziata, mentre a moderare la tavola rotonda è stato il senatore Alfonso Andria, presidente dell’associazione. «Nel Sud – ha evidenziato Sales – è in crisi tutta l’area tirrenica, che è stata al centro, negli anni scorsi, di un grande tentativo di industrializzazione». Dunque sotto accusa è, in primo luogo, l’industrializzazione sfrenata che, invece di portare benessere, avrebbe causato molti più danni. Per ripartire occorre cambiare rotta e attuare, come ha ammonito Boccia, «una politica economica nell’interesse del Paese e non una politica industriale per pochi». A detta del vice presidente di Confindustria «bisogna guardare alla Germania, dove l’impresa si caratterizza per l’alta densità di investimenti». «Non si può – ha aggiunto Boccia – rincorrere sempre l’emergenza ma intervenire sui nodi di sviluppo». Che la differenza tra Nord e Sud, almeno da un punto di vista culturale, non esista più da almeno vent’anni ne è convinta Lucia Annunziata. «La questione meridionale è una proiezione del passato – ha spiegato – una leggenda che è servita, nell’ultimo ventennio, a mantenere in vita due partiti: Pdl e Lega. Del resto anche le attività malavitose, oramai da tempo, si sono spostate al Nord».

Gaetano de Stefano

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