Indennità di carica Aliberti chiede i soldi degli arretrati

L’ex sindaco di Scafati ha scritto alla triade commissariale «Da undici mesi non mi pagano, è una vostra decisione»

SCAFATI. Si sposta in Prefettura e al ministero dell’interno il confronto-scontro tra l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, e la triade commissariale che guida l’Ente di Palazzo Mayer dopo lo scioglimento. Dopo il pressing su Facebook per finanziamenti europei e opere pubbliche, infatti, il politico di Forza Italia ha presentato una nota ufficiale per chiedere chiarezza sul mancato accredito dell’indennità di carica e della liquidazione di fine mandato. Un provvedimento che Aliberti ha inviato ieri, dopo essersi consultato sul da farsi con alcuni fedelissimi, tra cui l’ex consigliere comunale Mimmo Casciello.

È il primo contatto ufficiale tra il medico di via Aquino e la Commissione straordinaria dopo l’insediamento in Municipio, lo scorso 7 febbraio, del prefetto Gerardina Basilicata, del viceprefetto Maria De Angelis e del funzionario Augusto Polito. Una lettera che, dopo una breve biografia, ha permesso ad Aliberti di lanciare anche stoccate agli avversari politici.

«Sono figlio di Nicola, insegnante di fisica in pensione, e di Rosaria Matrone, maestra di scuola per l’infanzia in pensione. Sono marito di Monica Paolino, figlia di operaio sindacalista Cgil a Bagnoli, deceduto», si legge. Poi l’ex sindaco ha sollevato il caso legato diventato, nelle scorse settimane, tema di polemiche con gli esponenti di Pd, Fdi e Movimento Cinque Stelle. «Dal 2008 al dicembre 2016 ho svolto la carica di sindaco senza mai preoccuparmi di sollecitare o verificare se il Comune di Scafati e il ragioniere capo avessero mai provveduto a pagarmi le indennità di carica».

Un modo gentile per tirare in ballo la nota interna che, il mese scorso, la Commissione straordinaria ha indirizzato al dirigente Giacomo Cacchione, etichettando come “poco opportuno” il pagamento all’ex sindaco dei 13mila euro circa che si vanno ad aggiungere ad altri 44mila euro lordi. Soldi che, però, sul conto corrente di Aliberti non sarebbero mai arrivati. «L’ufficio di Ragioneria non mi versa l’indennità di sindaco dal gennaio 2016, circa 11 mesi arretrati». Una situazione su cui Aliberti ha chiesto un’operazione di verità, ponendo una serie di domande ai commissari. «È un indirizzo di questa Commissione straordinaria bloccarmi i pagamenti? Le indennità di carica relative agli amministratori e ai commissari, comprensivi anche di spese di rappresentanza, seguono lo stesso ordine cronologico?».

Immancabile il riferimento al commissario prefettizio Vittorio Saladino, rimasto a Palazzo Mayer per quasi due mesi e per il quale già è avvenuta la liquidazione. Infine, il riferimento all’ex consigliere comunale del Pd, Marco Cucurachi, la cui liquidazione è già avvenuta come per tutti gli altri amministratori dell’ultima assise. «Prima della liquidazione degli amministratori si è provveduto a verificare eventuali debiti tributari in capo ad essi, compreso il mio, tali da impedire il pagamento? Ve lo chiedo pur consapevole del lavoro grande e del tempo da spendere nell’interesse della città».

Domenico Gramazio

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