derby farsa

Indagini chiuse In ventitré sotto accusa

Nocerina-Salernitana: concluse le indagini sul derby farsa, 23 ultrà verso il processo. Dopo il rimpallo di competenze e richieste di arresti, tra le Procure di Nocera, Salerno, il Riesame e la...

Nocerina-Salernitana: concluse le indagini sul derby farsa, 23 ultrà verso il processo.

Dopo il rimpallo di competenze e richieste di arresti, tra le Procure di Nocera, Salerno, il Riesame e la Cassazione, il sostituto procuratore di Salerno – dove si è radicata la competenza – Elena Cosentino ha inviato a 23 tifosi della Nocerina calcio le definitive contestazioni e accuse riguardanti la partita del 10 novembre del 2013, sospesa 20 minuti dopo il fischio d’inizio, perché tutti i calciatori molossi finsero di indortunarsi facendosi espellere e rimanendo in campo in sette. Il pm ha contestato il reato di violenza privata aggravata dalla presenza di più persone e dall’utilizzo delle armi. Ieri, gli agenti del commissariato di Polizia e la Digos di Salerno hanno iniziato il giro di notifiche agli indagati e ai loro difensori, tra i quali gli avvocati Giovanni Vitale e Gregorio Sorrento. Confermati i nomi degli indiziati già identificati dalla Digos nelle ore successive alla clamorosa farsa, tra i quali Giuseppe Alfano, detto Pino, ex consigliere comunale all’epoca con delega allo sport.

La Procura ha identificato in tutti i tesserati della Nocerina calcio di quell’anno, dirigenti e calciatori anche delle giovanili, le persone offese che potrebbero costituirsi in giudizio contro gli ultrà che minacciarono la squadra prima che arrivasse allo stadio Arechi per il match.

Oltre a Pino Alfano, rischiano il processo Silvio Di Monaco, Antonio Angrisani, Lucio Pisapia, Fabio Bove, Biagio Bove, Francesco D’Amelia, Giuseppe Nasto e Giuseppe Faiella, Mario Autorino, Ivano Balestra, Giosuè Buono, Palumbo, Antonello Califano, Marco De Napoli, Daniele De Santis, Mariano De Santis, Umberto De Vivo, Roberto Di Mauro, Matteo Grande, Carmine Guarini, Roberto Marrazzo, Giuseppe Stanzione. Tutti rischiarono l’arresto per l’appello del pm.

(r. f.)

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