sotto inchiesta 39 medici

Indagine su morte sospetta Il pm chiede l’archiviazione

Non ci sarebbero colpevoli per la morte di Luigi Langellotti, il 45enne di Castellammare di Stabia deceduto l’anno scorso dopo quaranta giorni di calvario che erano costati un avviso di garanzia a 39...

Non ci sarebbero colpevoli per la morte di Luigi Langellotti, il 45enne di Castellammare di Stabia deceduto l’anno scorso dopo quaranta giorni di calvario che erano costati un avviso di garanzia a 39 medici del “Ruggi”. Il sostituto procuratore Giovanni Paternoster ha formulato per tutti una richiesta di archiviazione, sulla base della consulenza del medico legale Giovanni Zotti che ritiene quella morte imprevedibile ed esclude quindi responsabilità del personale sanitario. Una versione che contrasta con quella del consulente della famiglia, secondo cui il 45enne poteva essere ancora in vita se i medici si fossero accorti in tempo di una patologia che si è rivelata mortale. Per questo i familiari si sono opposti alla richiesta di archiviazione e il giudice Sergio De Luca ha fissato la camera di consiglio in cui si decideranno le sorti del procedimento. Disposta per l’altro ieri, l’udienza è stata rinviata a luglio per alcuni difetti di notifica.

Il dramma di Luigi Langellotti inizia il 26 gennaio del 2010, quando viene trasferito d’urgenza a Salerno dall’ospedale di Nocera con uno choc emorragico dovuto a un aneurisma addominale. Ricoverato in Rianimazione, è subito operato in chirurgia vascolare e ricondotto in Rianimazione, dove resterà fino al 31 gennaio. Poi passerà in reparto e il 10 febbraio sarà dimesso. Nei giorni successivi il paziente torna al “Ruggi” ed è preso in cura dai medici della chirurgia vascolare, che lo sottopongono a terapie e accertamenti. Viene dimesso una seconda volta, ma anche in questo caso continua a star male. Così decide di tornare al Pronto soccorso, dove i sanitari effettuano alcuni accertamenti, gli prescrivono una terapia farmacologica e lo rimandano a casa. Passeranno solo pochi giorni: Langellotti si sente di nuovo male e raggiunge l’ospedale Scafati, dove il 7 marzo 2014 il suo cuore smette di battere. ©RIPRODUZIONE RISERVATA