Indagato anche il sindaco Giannì per gli appalti truccati al Comune

Si allarga l’inchiesta a San Giovanni a Piro: il primo cittadino coinvolto con altre dieci persone Nei guai il marito, il vicesindaco, il responsabile dell’ufficio tecnico e il presidente di una cooperativa

SAN GIOVANNI A PIRO. Appalti truccati al comune di San Giovanni a Piro, si allarga l’inchiesta. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati anche del sindaco Maria Stella Giannì. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Renato Martuscelli, vedeva già indagati per turbativa d’asta ben dieci persone, tra cui il vicesindaco, Alberto Astone, il marito del sindaco, Carlo Palumbo, il presidente della cooperativa Albatros, Gaetano Antonio Napolitano, i soci della cooperativa e il responsabile dell’ufficio tecnico del comune di San Giovanni a Piro, Gerardo Raffaele Laino, accusato anche per abuso d’ufficio e falso ideologico in atti pubblici.

All’appello mancava solo il primo cittadino. Poi, grazie a successivi accertamenti, i carabinieri della locale stazione, diretti dal maresciallo Roberto Ricotta e comandati a livello territoriale dal capitano Emanuele Tamorri, hanno scoperto che il sindaco era a conoscenza di ciò che accadeva in Comune e pertanto ritenuto responsabile in concorso con gli altri di turbata libertà degli incanti, ovvero di turbativa d’asta. Agli undici indagati è stato notificato in questi giorni anche l’avviso di conclusione delle indagini.

L’attività investigativa degli inquirenti prese il via nel 2010, a seguito della denuncia presentata ai carabinieri dai consiglieri di opposizione Ferdinando Palazzo e Felice Gagliardo, assistiti dall’avvocato Franco Maldonato. Secondo l’accusa, Laino, nel luglio 2010, su indicazione del vicesindaco e del marito del sindaco, avrebbe alterato la gara d’appalto per i parcheggi, a cui parteciparono altre tre imprese di comodo per far sembrare lecita la gara. Queste ultime, però, non avevano presentato offerte, a differenza di Albatros a cui fu affidata la gestione senza che, però, la stessa avesse pagato la fideiussione di 13.600 euro e soprattutto risultando inattiva e senza i requisiti di legge. Sempre la Albatros, rappresentata dal presidente Napolitano, nello stesso periodo ebbe in affidamento per via diretta, e sempre in maniera illegale, la gestione dei servizi portuali a Scario: importo 38mila euro.

Ad incastrare gli amministratori comunali due fax: uno inviato al sindaco direttamente dal marito Carlo Palumbo con il quale segnalava una ditta da far partecipare alla gara; l’altro inviato dal vicesindaco con il quale segnalava altre quattro ditte da far concorrere tra cui la Albatros. In quest’ultimo, Astone, consiglia di chiamare anche Attilio Pierro, attuale assessore provinciale (che non risulta indagato). Entrambi i fax sono stati sottoposti a sequestro. Considerata la gravità della situazione descritta dal pm Martuscelli, non sono esclusi ulteriori risvolti giudiziari nei prossimi giorni.

Vincenzo Rubano

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