Indagati ventitrè imprenditori balneari

Occupazione abusiva di suolo demaniale sulla litoranea di Pontecagnano: operazione della Capitaneria di porto di Salerno

PONTECAGNANO. Ventidue imprenditori balneari e un tecnico comunale sono iscritti nel registro degli indagati, nell’ambito dell’operazione “Cabana Beach”, per occupazione di suolo demaniale e violazione alle norme paesaggistiche. Nella giornata di ieri i militari della capitaneria di porto di Salerno, agli ordini del comandante Maurizio Trogu, hanno notificato i provvedimenti a firma del procuratore aggiunto Erminio Rinaldi della procura di Salerno.

Si tratta di un’indagine penale avviata tre anni fa sull’installazione di manufatti stagionali per i lidi del litorale Magazzeno. Agli indagati è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli interessati sono a conoscenza che la sezione ambiente della procura salernitana ha aperto un fascicolo a loro nome e possono nei termini presentare delle controdeduzioni.

L’indagine che ha scombussolato un’area di 23mila metri quadrati di suolo demaniale sul litorale di Pontecagnano, verte, innanzitutto, sull’installazione dei manufatti per l’arredo dei lidi in previsione della stagione estiva. Sotto accusa sono finiti le cabine di legno, i gazebo, le pedane, i soppalchi e tutte le strutture amovibili che vengono smontate durante l’inverno per preservarle dalle intemperie. Le operazioni di montaggio all’inizio dell’estate, secondo una recente pronuncia della Cassazione, sono da considerarsi a tutti gli effetti delle nuove costruzioni. Pertanto necessarie di rilascio del permesso a costruire. In virtù di questa decisione giuridica ad alcuni imprenditori balneari erano state negate in passato le autorizzazioni. Il Tar, poi, aveva annullato i provvedimenti di revoca. La vicenda è quindi di natura giurisprudenziale.

I lidi coinvolti sono tutti, ad accezione di quelli che hanno strutture fisse in muratura ed hanno seguito la procedura amministrativa per il rilascio delle concessioni obbligatorie. Oltre al reato di costruzione abusiva è stata contestata ai ventitré indagati la violazione alle norme paesaggistiche ambientali per aver effettuato il montaggio dei manufatti stagionali, senza richiedere la prescritta autorizzazione paesaggistica che ha validità quinquennale. I militari della capitaneria di porto hanno accertato che in alcuni casi l’autorizzazione è stata richiesta dopo il montaggio e rilasciata al termine della stagione balneare.

La fascia costiera di Pontecagnano è gravata da numerosi vincoli di ambientali e paesaggistici che fanno scattare alcune norme di salvaguardia per le bellezze naturali e panoramiche. Con un decreto ministeriale di 43 anni fa, l’arenile tra il fiume Picentino e il fiume Tusciano è stato dichiarato luogo di notevole interesse pubblico. Questo decreto, che è tuttora in vigore, inserisce l’area in questione tra quelle soggette ai vincoli paesaggistici e ambientali. Nell’eseguire le indagini, nel corso dei tre anni di attività, i militari hanno accertato a carico degli indagati anche la violazione al codice della navigazione in tema di occupazione di suolo demaniale marittimo.

Massimiliano Lanzotto

©RIPRODUZIONE RISERVATA