la storia/il ristoratore

«Incubo Mingardina Ora serve un piano straordinario»

CAMEROTA. C' è il tedesco che chiama da Berlino e chiede se le strade per raggiungere il Cilento sono aperte, senza dover ricorrere a percorsi alternativi più lunghi e faticosi. È l'effetto “frane”...

CAMEROTA. C' è il tedesco che chiama da Berlino e chiede se le strade per raggiungere il Cilento sono aperte, senza dover ricorrere a percorsi alternativi più lunghi e faticosi. È l'effetto “frane” sul mercato turistico del Cilento. La paura che circola tra gli operatori è che a crollare ora siano le presenze. Bartolo Caputo è il titolare del ristorante “La Lampara”, uno dei pochi rimasti aperti a Marina di Camerota anche durante l’inverno. Un locale storico che non teme crisi e concorrenza ma danneggiato dallo stato attuale delle vie di comunicazioni. «Prima, quando sulla Mingardina non c’erano semafori e quando le strade potevano definirsi vie di comunicazione e non mulattiere come allo stato attuale – spiega Bartolo – veniva molta più gente. Giovani e adulti si organizzavano anche all’ultimo momento per una pizza a Camerota. Ora è diverso». Sulla Mingardina, la strada che collega i centri di Marina di Camerota e Palinuro con l’entroterra e con il resto del comprensorio, si transita a senso alterno, su una sola carreggiata, dopo il crollo di alcuni massi la scorsa estate. «I lavori sono fermi – spiega Bartolo – non capisco a cosa serve recintare mezza strada. Il costone è stato bonificato diversi mesi fa, non cadono più massi, perché la strada non viene riaperta completamente? - si domanda il ristoratore – Hanno installato un semaforo con circa dieci minuti di attesa che spesso da verde in entrambi le direzioni. Ma i politici hanno capito che anche questo è un disagio?». Bartolo vive a Poderia e queste strade le conosce come le sue tasche. Dal 1981, ogni mattina attraversa la valle del Mingardo per recarsi a lavorare a Marina di Camerota. «Serve un piano straordinario per migliorare l’intero sistema viario locale - continua Bartolo - altrimenti a pagare le conseguenze saranno sempre i cittadini e gli operatori turistici». Bartolo ha rotto gli ammortizzatori della macchina per ben due volte. «Troppe buche, le strade sono un colabrodo. Si tratta di anni di inefficienza». Poi l’allarme: «Sono preoccupato, la stagione turistica è alle porte e le strade lasciano ancora molto a desiderare. Non mi interessa sapere di chi è la responsabilità, non faccio politica: l’importante è risolvere il problema».(v.r.)