il processo 

Incidente mortale, in aula il barista 

Al via l’Appello per il marzanese che travolse quattro persone

Comincia oggi al Tribunale di Salerno il processo d’appello per il barista di San Marzano sul Sarno, Biagio Annunziata, condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e lesioni gravi per l’incidente del novembre 2016 lungo via Napoli a Nocera Inferiore, nel quale morì Giuseppe De Prisco, 70 anni, fabbro, e furono feriti il figlio Gianni, 50, rimasto paralizzato, e due carabinieri del nucleo radiomobile, uno dei quali fu poi costretto a lasciare l’arma per i danni subiti.
Davanti ai giudici della Corte d’Appello Annunziata chiede la riforma e lo sconto di pena, a fronte delle rivendicazioni di giustizia da parte dei familiari del morto e di chi ha riportato danni permanenti. Iltrentunenne marzanese, che ha un precedente penale a carico, la notte del 12 novembre 2016 travolse un gruppo di persone fermo in via Napoli sul luogo di un altro incidente accaduto poco prima a causa della strada bagnata. La Lancia Y di Annunziata arrivò dritta e l’impatto violentissimo non lasciò scampo al settantenne. Il barista, difeso di fiducia dall’avvocato Vincenzo Calabrese, fu arrestato e dopo il test alcolemico eseguito in ospedale, al quale risultò positivo con un tasso di 2,3 grammi per litro, rispetto a un massimo consentito per la guida di 0,5. fu ristretto ai domiciliari.
L’udienza preliminare celebrata con rito abbreviato si chiuse con la condanna a sette anni e quattro mesi di reclusone, a fronte dei dieci anni di carcere chiesti dal pm Federico Nesso, con le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per la durata della pena, la revoca della patente di guida e la condanna a pagare alle parti civili costituite il risarcimento con una provvisionale immediata di 35mila euro, più 20mila euro e 5mila euro alle parti civili costituite, assistite dagli avvocati Fortuna Sessa, Gerardo Di Filippo, Francesco Romano e Irene Bonadia, con risarcimento danni da liquidarsi in separata sede, oltre a 1499 euro ciascuno per spese processuali.
Il sostituto procuratore titolare delle indagini aveva disposto la conclusione della fase preliminare d’inchiesta con la richiesta di processo con rito immediato, poi la successiva richiesta di rito alternativo e la celebrazione dell’abbreviato. L’indagato dichiarò di non ricordare nulla dell’incidente, solo di aver bevuto qualcosa e di essersi risvegliato in ospedale.
Alfonso T. Guerritore
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