Inchiesta Tsunami, liberi Accarino e Vitale

Revocati i domiciliari ai due dipendenti comunali ascoltati nei giorni scorsi dal pm Montemurro

Un altro capitolo dell’inchiesta Tsunami sugli intrecci tra affari e politica a Palazzo di Città, che ha determinato un vero e proprio terremoto giudiziario e politico a Cava.

Tornano in libertà l’ingegnere Gianluigi Accarino e il geometra Carmine Vitale, dopo la pronuncia del Gip, Vincenzo Di Florio, sull’istanza di revoca dei domiciliari presentata dai legali dei due dipendenti comunali, ossia, Marco Salerno (per Accarino) Massimo Indinnimeo (per Vitale). Entrambi i dipendenti comunali, sono stati ascoltati la scorsa settimana dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro. Il geometra Carmine Vitale, ha ricostruito l'iter della gara d'appalto per la prima traversa Di Florio, finita nel mirino della magistratura, e ha parlato di alcuni  documenti andati smarriti.

Motivo per cui si è proceduto a rifare la gara.

L'ingegnere Gianluigi Accarino, invece, ha parlato di affidamento d’appalto con la procedura della somma urgenza. Il funzionario del quarto settore Lavori Pubblici del Comune, che, fino ad ieri è stato agli arresti  domiciliari, è stato accusato di aver contribuito a mettere in piedi una gara d'appalto fasulla, dopo che i lavori per un muro di contenimento nella zona della frazione San Pietro erano stati già affidati e realizzati da Michele Russo, l'imprenditore che, avrebbe goduto di un illecito vantaggio economico.

L’inchiesta Tsunami è partita il 26 novembre scorso, in quell’occasione furono raggiunti da ordine di carcerazione, Alfonso Carleo, Antonino Attanasio, (ora liberi), Francesco Porcelli e Michele Russo oltre che Carmine Vitale e Gianluigi Accarino, perché coinvolti, a vario titolo nell'indagine avviata a Cava de' Tirreni dalla Direzione distrettuale antimafia sul presunto accordo illecito tra politici e imprenditori per l’aggiudicazione di lavori pubblici.