Inchiesta “Tsunami”, interrogato Galdi

Il sindaco sentito al Comune da due carabinieri come persona informata sui fatti in merito alla posizione di un dipendente

Nuovo atto dell’operazione “Tsunami”, frutto dell’inchiesta della Dda sul presunto accordo illecito tra politici e imprenditori per l’aggiudicazione di appalti pubblici. Ieri mattina, al Comune, due carabinieri della compagnia di Nocera hanno sentito il sindaco Marco Galdi come persona informata sui fatti e gli hanno chiesto informazioni su un episodio verificatosi nel corso della precedente amministrazione, legato all’operazione “Tsunami”, ma i cui echi sono giunti fino all’attuale amministrazione.

Protagonista dell’episodio in questione è un dipendente comunale sul cui operato probabilmente, nel corso delle indagini, sono emersi altri particolari che avrebbero indotto i carabinieri a ritornare al Comune per acquisire nuovi atti e sentire il sindaco. I carabinieri hanno interrogato il primo cittadino per circa due ore, in particolare dalle 12,15 alle 13,55. E’ stato lo stesso Galdi a descrivere la dinamica dell’incontro. «I carabinieri hanno chiesto di sentirmi in qualità di persona informata sui fatti – ha spiegato – Mi hanno chiesto informazioni su un episodio che coinvolge un dipendente dell’ente e che si è verificato prima della mia amministrazione, ma che interessa anche me dal momento che un cittadino ha fatto un nuovo sollecito portando l’attenzione sull’episodio in questione». Il sindaco non ha nascosto che il dipendente è coinvolto «nelle vicende di cui si sta parlando e nell’inchiesta in corso che interessa diverse amministrazioni». Non ha, però, voluto svelare il nome dell’interessato né altri dettagli. «Le mie dichiarazioni ai carabinieri sono coperte dal segreto istruttorio», ha aggiunto. Ha tenuto, però, a confutare la voce, diffusasi nella stessa mattinata di ieri, che i carabinieri avrebbero prelevato dei file dal suo computer. «Non è accaduto nulla di tutto questo – ha precisato – Il pc è stato utilizzato per scrivere le mie dichiarazioni». Nonostante la riservatezza di Galdi, però, alcune voci ufficiose riporterebbero la notizia che al centro del colloquio di ieri ci sarebbe stato l’operato di uno dei quattro dipendenti comunali arrestati il 26 novembre. La rosa, dunque, si restringe e si riduce a quattro nomi: il dirigente comunale Antonino Attanasio, l’ingegnere comunale Gianluigi Accarino ed i geometri comunali Carmine Vitale e Francesco Porcelli. L’unico, quest’ultimo, ad avere avuto gli arresti in carcere, poi convertiti in domiciliari.

Alfonsina Caputano

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