la denuncia

«Incarichi per votare compatti»

Lambiase e Marino contro il mercimonio delle preferenze

«Abbiamo ricevuto il voto da 42 consiglieri comunali (la rappresentanza istituzionale aderente alla sinistra in provincia di Salerno si conta sulle dita di una mano), ma ancora una volta abbiamo avuto dimostrazione che gran parte dei politici “presenti” negli enti locali del salernitano, non ha a cuore il “bene comune”, non dà risposta alle esigenze della popolazione, ma cura solo gli interessi personali». Lo scrivono in un documento il segretario provinciale di Rifondazione, Loredana Marino e il consigliere comunale Gianpaolo Lambiase. Non è solo un’analisi del voto ma è anche e soprattutto una riflessione che Marino e Lambiase fanno guardando a quel progetto politico lanciato con le amministrative di Salerno e che tende a guardare a quell’area alternativa al Partito democratica e distante dai centristi. «Il Pd – si legge – ed i suoi alleati salernitani, che hanno subito una sonora sconfitta al referendum costituzionale, bocciato dalla stragrande maggioranza dei cittadini della provincia, hanno “serrato le fila”. Attraverso una variegata e disomogenea coalizione, composta da sindaci e consiglieri che rappresentano contemporaneamente maggioranza e opposizione nello stesso Comune (vedi Eboli, Pagani, Giffoni, Agropoli, Angri solo per citarne alcuni), hanno imposto un voto “blindato” alla elezione provinciale tenutesi l’8 gennaio». La sinistra spiega che «hanno votato compatti per occupare gli “scranni” di un consiglio provinciale, da loro stessi definito inutile ed inefficace, schierando in lista i vertici della propria rappresentanza istituzionale (addirittura il sindaco del Comune capoluogo)». Un «voto “forzato”, sembra, da incarichi e promesse. Abbiamo notizia di incarichi già assegnati in vari “consigli di amministrazione” pochi giorni prima del voto per i più fedeli, e promesse di incarichi da assegnare dopo la “verifica” del risultato elettorale, per i più recalcitranti e “malpancisti” (quelli che si lamentano continuamente nei Consigli Comunali)».

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