L'INCHIESTA

Inadempienze sui rifiuti Bonavitacola indagato

Omissione d’atti d’ufficio: 23 nei guai. Salvini: fallimento di De Luca e del Pd

NAPOLI - Un’altra inchiesta sui rifiuti, l’ennesima, sconquassa la Campania, terra dei piani di gestione al palo e degli impianti di compostaggio promessi, finanziati e mai nati. E nel polverone, a pochi mesi dalle elezioni che ridisegneranno i piani alti di Palazzo Santa Lucia, ci finisce un nome illustre: è quello di Fulvio Bonavitacola, assessore all’Ambiente e vicepresidente del governatore della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. Il nome del numero due di Palazzo Santa Lucia è finito nel registro degli indagati: sono 23 le posizioni al vaglio della Procura della Repubblica di Napoli - i titolari del fascicolo sono i pm Francesca De Renzis e Giorgio Vanacore, coordinati dal pm Nunzio Fragliasso e dal procuratore aggiunto Sergio Amato - che ipotizzano il reato di omissione di atti d’ufficio per inadempienze, da parte degli Enti locali, nella delicata gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Gli impianti al palo. Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza, insieme ai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico: nel mirino ci sono delle criticità riguardanti la raccolta differenziata a Napoli, lo smaltimento delle ecoballe, la mancata realizzazione di impianti di compostaggio e il nodo irrisolto dei siti di stoccaggio al servizio degli impianti di tritovagliatura, gli Stir e gli ex Stir.

Presunte inadempienze, soprattutto quelle relative alla rimozione delle ecoballe e ai siti “fantasma” per il trattamento della frazione umida, finite alla base d’una pioggia di sanzioni, ben 190 milioni di euro, che l’Unione Europea ha irrogato all’Italia. Nelle ultime ore è stata data pure esecuzione ad alcuni decreti di perquisizione all’interno della Sapna, la società provinciale per l’ambiente della Città metropolitana di Napoli, e dell’Asia, l'azienda speciale che si occupa dello smaltimento per conto del Comune capoluogo.Gli indagati ai quali è stato notificato l’avviso di garanzia, nei prossimi giorni, verranno convocati in Procura: lì potranno far chiarezza sulle loro posizioni. Nell’elenco c’è pure un altro nome illustre: è quello di Raffaele Del Giudice, ex vicesindaco ed oggi assessore all’Ambiente della giunta municipale di Napoli, guidata dal sindaco Luigi De Magistris.

Il dirigente regionale di Legambiente è stato pure amministratore unico dell’Asia e della Sapna. Le visite a Battipaglia. Su delega della Procura di Napoli, nei mesi scorsi, i carabinieri del Noe erano stati pure all’ex Stir di Battipaglia. Proprio per aver contezza dell’impianto di compostaggio al palo. Una domanda ripetuta a più riprese, nel corso degli svariati sopralluoghi a Battipaglia, ai vertici dell’ex Stir, oggi impianto Tmb, per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti: «Perché non è stato ancora realizzato l’impianto di compostaggio?». D’altronde, la Monsud di Avellino, in cambio di 7,4 milioni, l’appalto per la costruzione della piattaforma all’interno dell’ex Stir se l’era aggiudicato a novembre 2017. Ad oggi, però, non può ancora tirarla su perché i lavori di rimozione degli ammassi di Futa, la frazione umida trattata aerobicamente, non sono ancora terminati, e i capannoni sono ancora pieni zeppi di pattume. I soldi ci sono, l’impianto no. A

Battipaglia, però, dopo annate di gare deserte, negli ultimi mesi, i vertici di “EcoAmbiente”, la società provinciale salernitana con le mani nei rifiuti, hanno reperito un’impresa che s’è accollata l’onere di tirar fuori la controversa Futa, frutto della lavorazione dei residui dell’umido lasciati nei sacchetti neri. Altrove no. E la magistratura farà chiarezza. Salvini all’attacco. La prima reazione, nella serata di ieri, è arrivata dal segretario della Lega, l’ex vicepremier Matteo Salvini, col duro j’accuse a De Luca: «L’inchiesta - ha detto - certifica il fallimento di De Luca e del Pd per il caos rifiuti a Napoli e in Campania. Con la Lega e il centrodestra, finalmente al governo della Regione, le strade torneranno pulite ed i rifiuti diventeranno calore e ricchezza per i cittadini, non un affare per la malavita».

Segue a ruota il “capitano” pure il deputato leghista Nicola Molteni, commissario del Carroccio in Campania, che attacca De Luca e De Magistris. «Rifiuti in strada, emergenza continua e ora indagini sugli amministratori di centrosinistra in Regione e in Comune a Napoli: la Campania e il capoluogo meritano amministratori migliori». Sugli scudi pure i pentastellati: «Ancora un caso di malapolitica», commenta il deputato 5S Raffaele Gubitosa. «Quando sento dire che il Pd parla la nostra stessa lingua mi viene il dubbio che chi lo dice non conosce il linguaggio del MoVimento 5 Stelle. Continuo a pensarla come Gianroberto Casaleggio: un conto è scrivere un accordo di Governo per realizzare quello che ci hanno chiesto 11 milioni di italiani il 4 marzo 2018, un conto è parlare di alleanze ». Così nella regione dell’emergenza endemica, terminata a parole ma mai nei fatti, i rifiuti tornano al centro del dibattito politico. E non solo.