In viaggio col futuro papa «Ci sorprenderà con gesti capaci di lasciare il segno»

Era presidente dei vescovi argentini quando don Carmine Greco lo conobbe «Fu lui a nominarmi giudice del tribunale ecclesiastico di Appello a Buenos Aires»

SALERNO. Una storia singolare quella di don Carmine Greco. Nel suo italiano si avverte ancora l’accento sudamericano. Sì perché don Carmine è nato a Salerno 68 anni fa ma per oltre mezzo secolo è vissuto in Argentina, dove si è trasferito con la famiglia a soli sette anni. Ha svolto il suo impegno pastorale proprio a Buenos Aires, fino al 2006 quando è tornato nella sua città. Lui, il cardinale Bergoglio l’ha incontrato più volte: «Ero giudice del tribunale ecclesiastico di Santa Fè, lui era presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Fu lui a nominarmi giudice del tribunale di Appello a Buenos Aires, che è il foro competente per l’Appello di tutti i tribunali in Argentina. Per questo incarico ho parlato diverse volte con lui. Posso dire di conoscerlo abbastanza bene, anche perché ho vissuto nella metropoli sudamericana. Come arcivescovo della Capitale è molto amato, in particolare dal popolo. Tutti vedono in lui un difensore dei poveri. Non ha esitato a schierarsi contro il presidente dell’Argentina, Cristina Kirckner, condannando certi suoi modi e certe sue politiche non autenticamente vicine alle classi sociali più deboli».

L’ultimo faccia a faccia tra il sacerdote salernitano-argentino e quello che è diventato papa Francesco, risale al 2001: «Facemmo il viaggio in aereo insieme da Buenos Aires a Roma, dove Bergoglio si recava per partecipare al suo primo concistoro come cardinale. Mi colpì un gesto: la sorella era in seconda classe, lui lasciò la prima per cedere il posto a lei, che aveva anche problemi di salute, essendo malata di diabete. Il neo porporato venne a sedersi proprio accanto a me. Così ci mettemmo a parlare, anche perché il volo dura diverse ore. Ricordo che ci soffermammo sui temi più disparati. È una persona molto umile e allo stesso tempo molto affabile, gli piace parlare con tutti».

Don Carmine, che a Salerno è giudice presso il tribunale ecclesiastico interdiocesano, guarda con grande ammirazione a papa Francesco: «Mi ha colpito vedere in piazza San Pietro come la folla ha fatto improvvisamente silenzio per rispondere all’invito alla preghiera del papa che a sua volta ha chiesto per sé la benedizione del popolo. Un gesto bello e forte. Credo che dovremo abituarci perché questo papa farà dei segni particolari che ci coglieranno di sorpresa e richiederanno tempo per essere pienamente compresi. Inoltre, mi ha incuriosito vedere tante bandiere argentine in piazza. Io sono nato a Salerno ma mi sento per metà argentino».

Paolo Romano

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