In ventimila a Salerno per rilanciare l’unità

Piazza della Concordia gremita per la giornata finale della festa nazionale De Luca: «Da una città del Sud un messaggio di speranza per il Paese»

SALERNO. Vaira e tricolore in una piazza della Concordia schiacciata dall’afa, sono stati il simbolo di un evento nazionale che ha visto a Salerno oltre ventimila bersaglieri, ma anche l’emblema di un’identità nazionale, spesso accantonata insieme ai suoi valori, da cui ripartire. Tra fanfare, fez e camice cremisi, il 61esimo raduno nazionale dei fanti piumati ha voluto regalare alla città qualcosa di più importante rispetto alla sfilata che pure ha appassionato curiosi e patriottici: il senso dell’unità, di responsabilità, lo spirito di sacrificio, in particolare in un Sud massacrato dai tagli imposti dalla crisi.

«In un periodo di complesse trasformazioni come quello della società italiana vive attualmente - ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione nazionale bersaglieri, generale di divisione, Marcello Cataldi- Il raduno offre l’opportunità di una riflessione sui profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale e sul difficile processo di razionalizzazione e innovazione che lo strumento militare ha di recente intrapreso, anche a fronte delle sempre più limitate risorse finanziarie a disposizione». In piazza, dopo la resa degli onori con i reparti schierati per una cerimonia militare aperta dalla sfilata dei gonfaloni dei Comuni di Salerno e di Asti (dove si svolgerà il prossimo raduno), è stato letto anche il messaggio del ministro della Difesa Mario Mauro: «Mutano gli scenari, si succedono le generazioni, ma l’impegno rimane sempre lo stesso: al servizio del bene comune e del Paese». L’inno nazionale e gli onori allo stendardo navale di nave bersagliere e alla bandiera di guerra dell’ottavo reggimento, hanno preceduto quelli ai generali Claudio Graziano (capo di Stato maggiore dell’Esercito) e Vincenzo Lops (comandante del secondo comando Forze Difesa Centro Sud). Mentre i diportisti salernitani sventolavano nello specchio d’acqua antistante la piazza le bandiere tricolore, è toccato al sindaco Vincenzo De Luca, seduto in tribuna d’onore accanto al presidente della Regione Stefano Caldoro, rivolgere «un saluto affettuoso da una grande città dove ha avuto origine la Repubblica italiana e la democrazia». De Luca ha voluto sottolineare come la presenza dei bersaglieri, che ieri hanno festeggiato la giornata conclusiva di una settimana ricca di iniziative, avesse un forte valore simbolico, «soprattutto in un momento come questo, dove le famiglie vivono di ansie e il lavoro toglie la serenità a tanti giovani. Ma proprio perchè attraversiamo una fase difficile - ha incalzato il primo cittadino - siamo tutti chiamati a compiere uno sforzo di solidarietà nazionale ed unità, e nessuno meglio di voi può rappresentare questi valori di coraggio e capacità di stringere i denti, ma anche e soprattutto di gettare il cuore oltre l’ostacolo, guardando con fiducia al futuro. Vorrei che da questo raduno potesse arrivare da una città del Sud come Salerno un messaggio di speranza e di fiducia per tutto il Paese».

De Luca ha tenuto a testimoniare la sua vicinanza ai familiari delle vittime di Genova, ricordando i marò che sono ancora detenuti in India e che «dobbiamo a tutti i costi riportare in Italia». Un tema, quest’ultimo, ribadito da decine di striscioni dislocati tra la piazza e la zona orientale. Applausi e momenti di forte emozione si sono registrati tra i quasi ottantamila partecipanti accalcati lungo le transenne. E’ stato il generale Claudio Graziano a rispondere, per primo, all’appello del sindaco, gridando alla platea «state traquilli, potrete sempre contare su di noi». Per il presidente della Regione Stefano Caldoro, i bersaglieri rappresentano «il passato, il presente ed il futuro, perchè è grazie a loro che c’è un ritorno all’unità. In un momento di crisi è indispensabile essere coesi ed affrontare le difficoltà con senso di responsabilità». Durante la manifestazione, il governatore (a cui il generale Marcello Cataldi ha donato il tipico cappello) ha poi lanciato più di un Tweet per ringraziare i fanti piumati dei loro sacrifici.

Ed ai valori incarnati dai bersaglieri ha fatto riferimento anche il prefetto Gerarda Maria Pantalone, ricordando come «coraggio, libertà, senso dello Stato siano la base della nostra Carta costituzionale». La cerimonia militare si è chiusa con il passaggio della stecca dal sindaco di Salerno a quello di Asti Fabrizio Brignolo e dal decano dei bersaglieri al giovane rappresentante delle future generazioni, vincitore del concorso per il miglior tema destinato alle scuole elementari. Con orgoglio i piumetti hanno poi ricordato il ventesimo anniversario della missione in Somalia e l’operazione Babilonia in Iraq, incassando gli applausi delle autorità presenti, tra cui l’arcivescovo Luigi Moretti ed il presidente della Camera di Commercio Guido Arzano. Intorno alle 11, è iniziato lo sfilamento delle 55 fanfare e delle 15 pattuglie ciclistiche che, dopo aver percorso sei chilometri, da Mercatello hanno raggiunto piazza della Concordia. Le fanfare di Guidonia e quella Garibaldina hanno aperto il passaggio al primo scaglione di gonfaloni, fino a quelle regionali. A fare da apripista è stato il Friuli, mentre la chiusura è stata affidata alla sezione salernitana con il generale Nicola Palma, preceduta dalla sezione cavese (guidata da Antonio Proto) e dalla fanfara ebolitana, con gli allievi dell’istituto Matteo Ripa di Eboli che hanno esibito il proprio fez. Poi, approfittando del sole che è riuscito a farsi spazio tra le nuvole, tutti a spasso, sul lungomare, per assaporare gli ultimi scampoli di una giornata intensa.

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