In tre fuori dal carcere per le estorsioni a Pagani

Il giudice ha concesso gli arresti domiciliari a Manzella, Desiderio e Pecoraro Del gruppo restano detenuti a Fuorni solamente Bergamo e Buonocore

PAGANI. Processo Macbeth, il tribunale concede gli arresti domiciliari anche ad Alfonso Manzella, alias “Zuccherino”, Giosuè Desiderio e Salvatore Pecoraro, “O’mericano”. Il provvedimento disposto dai giudici del terzo collegio del tribunale nocerino, presidente Domenico Diograzia, segue la precedente sostituzione di misura ad altri cinque imputati Giovanni Luca Daniele, Carmine Maiorino, Benito Russo, Francesco Francese e Ciro Contaldo, tutti in carcere da oltre un anno con l’accusa di estorsione aggravata dall’articolo sette, per aver bevuto champagne al pub Macbeth “in nome del clan camorristico della Lamia”.

In carcere restano al momento solo Vincenzo Buonocore e Marco Bergamo, ribattezzato “Marcuccio o’Pippone”, quest’ultimo ritenuto il riferimento del gruppo, che in comitiva aveva preso parte ad alcune serate al noto locale situato nella periferia paganese. Le sostituzioni di misura erano cominciate subito dopo le prime testimonianze rese in aula dalle parti offese, i gestori del pub, e dagli ufficiali dei carabinieri che avevano svolto le indagini, dopo una civile protesta sintetizzata in aula proprio da Manzella: il neomelodico Zuccherino aveva lamentato a nome di tutti gli imputati, tutti giovanissimi, un trattamento troppo duro legato a delle consumazioni di champagne. Il contrasto con l’altro processo paganese, quello che vede tra gli imputati l’ex sindaco Gambino, era evidente, con accuse e aggravanti simili e benefici sproporzionati, con un peso diverso assegnato dai giudici al famigerato “articolo sette”. Ad auspicare il ritorno a casa, udienza per udienza, erano le centinaia di parenti e amici che assistevano al dibattimento. Il processo Macbeth, già ribattezzato “operazione terra bruciata ”, contesta accuse di estorsione in concorso con metodo camorristico con un ulteriore tentativo estorsivo contestato al solo Bergamo.

Le prime misure cautelari arrivarono ad aprile 2011 per cinque persone, con una scarcerazione disposta dal gip e un successivo maxiblitz a distanza di pochi giorni. Le misure erano rimaste immutate fino a luglio, con la conferma della corte di cassazione a blindare il carcere intervenuta dicembre per tutti i coinvolti. Il dibattimento riprenderà a settembre davanti ai giudici del terzo collegio, col pm Montemurro e il collegio difensivo rappresentato tra gli altri dai legali Enzo Calabrese, Rino Carrara, Gaetano Falciani e Viserta.

Alfonso T. Guerritore

©RIPRODUZIONE RISERVATA