«In tilt la sanità nell’Agro Effetto domino sui reparti» 

Il Nursind boccia l’ipotesi di ridurre i turni di primo intervento a Scafati per recuperare personale e liberare le corsie dalle barelle all’“Umberto I”

Le corsie non sono più con le barelle appoggiate, in alcuni casi si sono trasformate in vere e propri reparti di degenza. Il picco influenzale, la carenza di posti letto e la gestione del personale conferma il tilt vissuto dalla sanità ospedaliera nell’Agro nocerino-sarnese, partendo dalla situazione dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Promesse e rassicurazioni sull’arrivo di personale sono inutili perché alla fine si è ancora scoperti con infermieri e operatori socio-sanitari. Se, infatti, le carenze mediche sono in fase di copertura, con Oss e collaboratori professionali si è addirittura in alto mare. Il Nursind parla di scelte sbagliate e non condivise, definendo «esplosiva» la situazione «in tutti i reparti ad iniziare dal pronto soccorso di Nocera».
Il sindacato ribadisce il concetto, espresso decine di altre volte a voce e per iscritto, in una lettera indirizzata al commissario dell’Asl Salerno, Mario Iervolino. Il delegato sindacale Luigi Acanfora sposta l’attenzione dal tavolo locale a quello centrale, auspicando che qualcosa migliori. La sua arringa parte dalla ventilata ipotesi di ridurre i turni di punto di primo intervento a Scafati per recuperare personale da destinare alla lungo degenza, reparto da riaprire per consentire di sgonfiare le corsie zeppe di barelle all’“Umberto I” di Nocera Inferiore. Il caos nell’ospedale nocerino si riflette con un effetto domino sul “Mauro Scarlato”.
Il Nursind se la prende innanzitutto con il direttore sanitario del presidio unico Nocera-Pagani-Scafati, Alfonso Giordano: «La situazione delle barelle a Nocera è da anni ben nota alla nostra e organizzazione sindacale – scrive Acanfora – e tutte le misure adottate fino ad ora sono state vane, in realtà nessuna cosa è stata fatta. Finora abbiamo taciuto nella speranza che il “nuovo” direttore sanitario potesse fare qualcosa di concreto per risolvere o almeno attenuare il problema, purtroppo ci siamo dovuti ricredere».
Secondo l’esponente del Nursind, l’ipotesi di chiudere di notte il punto di primo intervento per recuperare infermieri al servizio della lungo degenza dello “Scarlato”, chiusa dall’estate, è «solo per fare piacere a qualche primario di turno senza risolvere il problema di Nocera anzi aumentando i disagi del personale e della popolazione scafatese».
Una guerra tra poveri, perché a rimetterci sono i cittadini che in migliaia assediano l’“Umberto I” per possibili errori di programmazione a livello regionale. «La situazione è esplosiva in tutti i reparti ad iniziare dal pronto soccorso di Nocera, ma sovraccaricare il personale presente, ultracinquantenni e ridotti al minimo legale, non risolverà i problemi. I lavoratori, i cittadini – continua Acanfora – non possono pagare le scelte scellerate della politica, occorre una soluzione condivisa da tutti con forze nuove all’interno del presidio ospedaliero “Umberto I”». Un affare da discutere presto e in maniera urgente, il Nursind chiede per questo un incontro. Questa volta, è l’auspicio di tutti, i dirigenti passino dalle parole ai fatti. Sullo sfondo, infatti, resta ancora irrisolto anche il nodo della terapia intensiva neonatale.
Salvatore D’Angelo
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