In Procura venti nomi Già pronti gli “avvisi”

Gli agenti della Digos hanno consegnato le risultanze delle loro indagini Sotto accusa pochi portatori ma diverse persone presenti alla processione

Si stringe il cerchio attorno ai protagonisti dei disordini verificatisi domenica scorsa durante la processione di San Matteo. Secondo indiscrezioni, è solo questione di ore: poi potrebbero scattare i primissimi provvedimenti a carico dei «rivoltosi», così come il procuratore Corrado Lembo li ha definiti - qualche giorno fa - annunciando che le indagini portate degli agenti della Digos erano in dirittura d’arrivo relativamente all’individuazione di quanti avrebbero avuto «agitato la manifestazione».

Le ipotesi di reato- che oggi sembrerebbero aver trovato più di un riscontro grazie all’analisi del materiale foto e videografico messo sotto la lente d’ingrandimento dalle forze dell’ordine - restano turbativa di manifestazione religiosa e offese al ministro del culto. Sempre secondo indiscrezioni, nell’informativa della Digos sarebbero state segnalate all’autorità giudiziaria circa venti persone. La Procura, dal canto suo, starebbe indagando su sedici di queste. Solo tre o quattro sarebbero portatori, tutto gli altri farebbero parte della società civile che avrebbe esagerato con le contestazioni. In particolare si tratterebbe di persone già note alle forze dell’ordine, con alle spalle precedenti per droga o per disordini nel corso di manifestazioni sportive.

Difficile che ci siano sviluppi nella giornata di oggi ma plausibile, invece, che già lunedì mattina partano i primi avvisi di garanzia. Quella di San Matteo, che a questo punto sta assumendo a tutti gli effetti i crismi di una inchiesta, è stata gestita, per quanto concerne la Procura, direttamente da parte del neo procuratore Corrado Lembo che ha inteso dare un segnale forte in merito all’incresciosa vicenda. Era stato proprio lui, infatti, nei giorni scorsi ad annunciare: «Ci sono sviluppi perché, e lo posso dire in prima persona pur avendo assunto da poco la direzione della Procura, questo fatto mi ha particolarmente preoccupato - ha assicurato - Si tratta di un segnale negativo che va immediatamente contrastato. Ci sono delle presenze inquietanti, in un ambito che non dovrebbe registrarle, come quello religioso, della devozione e del culto di questa terra al Santo Patrono. Quanto accaduto - ha rimarcato - costituisce per me una preoccupazione seria in quanto ha fatto apparire all’opinione pubblica nazionale la città di Salerno assimilata ad altre realtà».

Al di là degli accertamenti su coloro che hanno agitato la processione, nei giorni scorsi la Digos ha sentito anche la polizia municipale, chiedendo in particolare il perché Palazzo di Città, come molti avevano fatto notare, era aperto e perché fosse presente personale dei vigili. Gli agenti hanno risposto parlando dell’ordine di servizio, che sarebbe stato inviato loro venerdì mattina, che prevedeva quanto normalmente fatto in occasione del passaggio della statua del Santo Patrono.

Ora la palla passa alla Procura ed al suo massimo rappresentante che ai cronisti aveva spiegato: «la città ha subito un vulnus gravissimo che non meritava. Questi personaggi, da qualcuno accomunati a Masaniello, non apparterranno mai alla storia anzi ci attiveremo affinché siano ben presto cancellati dalle cronache salernitane».

E invece a quanto pare ne saranno presto protagonisti, con tanto di nome e cognome.

Carmen Incisivo

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